Nel mondo dell'exploitative play: il poker, quello vero.

Per molti giocatori, sia di vecchia data che giovanissimi, il poker ha una sola declinazione e si chiama exploitative play.

 

 

Tra i più accaniti sostenitori di questa via troviamo nientemeno che Charlie Carrel, Bryn Kenney, i nostri Kanit e Sammartino e tanti, tantissimi altri top pro mondiali. Che l'universo pokeristico si divida tra seguaci della GTO e amanti del gioco exploitativo non è un mistero, sebbene vi siano numerose sfumature in mezzo.

 

Quest'oggi vi parleremo dell'approccio exploitativo, ovvero di come vincere a poker sfruttando le debolezze dell'avversario. In fondo, sia online che live, abbiamo sempre davanti un giocatore in carne ed ossa e non una macchina...

 

La maniera 'Exploitative' è forse più difficile da insegnare, perché richiede tanta pratica più che tanta teoria. E non solo, per giocare in maniera ottimale sono necessarie una buona dose di “sensibilità pokeristica” e una ottima conoscenza tecnica del gioco.

 

Non è un caso che tanti estimatori del gioco exploitativo stiano andando a studiarsi la GTO per capire in che modo può pensare un loro ipotetico avversario che sceglie di adottare lo stile “ottimale”.

 

Come abbiamo specificato nella serie di articoli sulla GTO l'exploitative play è la strategia ideale per affrontare i tornei MTT low-middle stakes, in quanto il livello e la varietà di giocatori che ci troveremo dinanzi non giustificherà mai un approccio rigorosamente matematico nelle nostre giocate.

 

Nel poker, specialmente a bassi livelli, generalmente arriva in fondo chi è capace di commettere meno errori possibili, sfruttando al meglio quelle situazioni in cui vale la pena spingere sull'acceleratore.

 

L'edge vera di ogni giocatore consiste nell'avere un gioco di base solido, al quale applicare qualche variazione in corso d'opera al fine di trarre un vantaggio sugli avversari. Ecco perché nell'ABC del gioco exploitativo c'è la selezione dell'avversario.

 

Le “prede” vanno selezionate accuratamente in base al nostro stack a disposizione. Inutile pensare di fare i bulli contro il chipleader di turno, a prescindere dalle sue abilità, se non si ha sufficiente spazio di manovra nel colpo.

 

Con l'aiuto di un software di tracking le cose sono più semplici, ma anche senza HUD è possibile capire quali possano essere i punti deboli altrui nel giro di qualche orbita. Qualche middle stack tende ad aprire tutti i colpi per poi mollare la presa se non hitta? O magari qualche short stack si avventura in aperture proibite che possono trasformarsi in un facile fold a fronte di un rilancio?

 

Le possibilità sono infinite, basta capire quando fare la scelta giusta...Semplice? Non troppo!

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