La storia di Rainer Kempe, uomo da 20 milioni: “Ho cominciato col poker per noia, quando il freddo pungente mi costringeva a rimanere a casa...”

Per arrivare nell'olimpo del poker è necessario fare tanta gavetta, come è successo al tedesco Rainer Kempe, uomo da 20 milioni vinti in carriera in tornei dal vivo.

 

 

Il ragazzo ha raccontato come ha fatto a diventare quello che è in una recente intervista, partendo dagli esordi in cui col poker non c'è stato un colpo di fulmine.



 

“Giocavamo più per noia che per altro, soprattutto col freddo pungente che ci costringeva a rimanere a casa. Inizialmente il poker non mi aveva appassionato...”.


La situazione è cambiata in meglio quando ha conosciuto gente come Holz, Aldemir e Sontheimer, molto più avanti rispetto a lui in quanto passione per il texas hold'em.

 

“Siamo cresciuti assieme. Passata l'estate mi sono trasferito in Inghilterra per studiare, però lo studio non è mai iniziato. Il resto del gruppo mi ha poi raggiunto a Brighton e dal quel momento ho cominciato a dedicarmi completamente al poker. Sono partito dai sit'n'go per passare poi agli mtt...”.

 

Non ha raccontato subito alla famiglia quello che faceva, quando si è deciso il padre si è mostrato decisamente più entusiasta della madre.

 

“Lei era preoccupata soprattutto per le possibili perdite di denaro. Adesso è più tranquilla perché gioco molto più dal vivo ed è lei che gestisce il mio bilancio. Le mie sorelle hanno continuato gli studi e adesso sono dottoresse”.

 

Il vero passaggio al professionismo è avvenuto a inizio 2015, galeotta fu l'Australia.

 

“Andai a Melbourne per trovare degli amici, non sapevo neanche degli Aussie Millions. Mi gettai nella mischia e ottenni subito ottimi risultati. Quando sono tornato in Europa ho fatto diversi eventi live, tra cui l'EPT di Montecarlo, mentre a fine giugno sono volato a Las Vegas per le WSOP... tutte trasferte molto positive. Dovevo rimanere una sola settimana, invece sono stato fino al termine”.

 

Non ha ovviamente subito cominciato con gli high roller, come molti erroneamente possono pensare.

 

“Ho preso parte ad alcuni main event, ottenendo qualche vittoria. Ho provato il primo evento esclusivo e sono stato asfaltato dagli avversari. Sono tornato ai main event e solo nel 2016 ho iniziato a calcare i palcoscenici dei tornei high roller con grande frequenza e ottimi risultati”.

 

In quell'anno si impose nel Super High Roller Bowl da $300.000 di buy-in incassando 5 milioni.

 

Ha comunque molto rispetto di questi eventi, che prepara con estrema attenzione: “Quando sono a casa proseguo con lo studio e il gioco online, oltre all'analisi delle mani che faccio con amici-colleghi. Nei live la varianza è estremamente elevata, negli high roller c'è grande competitività e il grado di difficoltà è dunque decisamente alto...”.

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