Isaac Haxton contro il poker live: “Non mettetevi in viaggio per giocare”

Il Covid-19 continua a mietere vittime in giro per il mondo, con la seconda ondata che ha iniziato a diffondersi quando l’autunno si è fatto un po’ più rigido, avvicinandosi alle ultime settimane del 2020. Ma nonostante una nuova fiammata che ha portato migliaia di nuovi decessi ogni giorno, i casinò di tutto il mondo si stanno muovendo per riaprire i battenti poco per volta. Una situaziona gradita a molti, ma tutt’altro che gradita da un giocatore in particolare.

 

 

Stiamo parlando di Isaac Haxton, uno dei giocatori più forti al mondo ma al momento decisamente restìo di fronte alla possibilità di tornare a giocare live. In un primo momento, Ike ha affidato il suo pensiero a un tweet in cui ha riassunto tutte le sue preoccupazioni: “Il poker sta crescendo a Las Vegas, con le prossime Wsop e gli high roller da 10mila dollari del Wynn. Nel frattempo, nonostante i test limitati, l'1% dei residenti del Nevada è risultato positivo al Covid-19 solo nelle ultime 2 settimane. Smetti di giocare a poker dal vivo. Per favore, per favore non metterti in viaggio per giocare a poker”.

 

In un altro tweet in cui c’è andato giù ancora una volta pesante, Haxton ha definito irresponsabili i direttori dei casinò e delle poker room, che noncuranti delle notizie che arrivano hanno deciso di dare il via a tornei molto interessanti e remunerativi. E forse questa può essere una posizione discutibile da parte di Isaac, visti gli esborsi effettuati dai vertici delle strutture per acquistare tutto l’equipaggiamento necessario per ripartire in sicurezza.

 

Secondo Ike, però, non è questo il momento giusto per avviare spedizioni alla volta dei casinò per giocare a poker. E lo ribadisce poco dopo quel tweet assai discusso: “Si viaggia in tutto il mondo, sugli aerei, attraverso gli aeroporti e in taxi, entrando in contatto con innumerevoli persone lungo la strada. Siamo stressati, non mangiamo bene e non dormiamo abbastanza, il che sicuramente compromette il nostro sistema immunitario. Sembra che ci sia un bug che viene superato in quasi ogni tappa e personalmente stimerei di tornare a casa con un raffreddore quasi la metà delle volte”.

 

Una specie di accorato invito alla prudenza, anche perché giocare a poker non è esattamente una priorità per l’umanità. Ma a questi tweet hanno replicato in maniera assai piccata diversi follower del campione americano. In particolare si sono rivolti a lui dipendenti e dirigenti dei casinò e delle poker room americane. Gente che replica a Haxton proponendo di “versare i soldi che mancherebbero se le room chiudessero”.

 

Insomma, anche se la proposta di Haxton può essere ben vista sul piano umano, viene fuori l’annosa questione dei bisogni e delle necessità della gente costretta e restare a casa, senza la possibilità di guadagnarsi lo stipendio.

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