Il sogno di Dario Sammartino: “Vorrei possedere una squadra di calcio”

Nel corso della chiacchierata avvenuta durante il podcast Muschio Selvaggio, si sono sentiti tanti aspetti della vita e della carriera di Dario Sammartino. Il fortissimo player italiano, diventato il migliore sulla base dei premi vinti nei tornei live (e non solo), ha sviscerato tanti temi insieme ai due conduttori, il rapper Fedez e lo youtuber Luis Sal. Ma in oltre un’ora di intervista ha potuto approfondire tantissimi aspetti.

 

 

Una domanda molto interessante riguardava il cosa fare da grande. Dario ha risposto in maniera esaustiva e sognante, dimostrando grande solidità mentale: “Non voglio mai diventare grande. Vorrei fare tutte le cose che mi piacciono. A me non piace lavorare, voglio fare quel che amo fare. Tra dieci anni vorrei comprare una squadra di calcio, ma so che è lontano il traguardo. Tenterò sempre di vincere un braccialetto alle World Series of Poker”.

 

Nel corso di oltre dieci anni di carriera, Sammartino ha affrontato qualsiasi avversario. Ma in questo ultimo periodo la sua mole di gioco è diminuita in maniera sensibile: “Gioco solo campionati del mondo ed europei, che si giocano su 3-4 mesi ogni anno. Il resto del tempo faccio quello che mi pare. Ormai gioco solo la domenica, online, per tenermi allenato. Almeno non perdo il ritmo. Per allenarsi si gioca solo contro i più forti, e i più forti giocano ai più alti livelli”.

 

E poi ci sono le sensazioni più dolorose, provate purtroppo tante volte da Dario. Come l’uscita di scena da un torneo: “Ogni volta che esco da un torneo è come se morissi. È proprio la tua vita, ti senti male, è come aver perso una finale di Champions League. Per questo il poker è uno sport a tutti gli effetti. Per essere un buon giocatore è importante conoscerti, sapere i tuoi pregi, i tuoi limiti e come il tuo avversario potrebbe usare tutto contro di te. Quando arrivi a un livello in cui l’emotività sale, allora devi scendere”.

 

Ma per essere arrivato qui, Dario ha dovuto pur sempre cominciare. E ha svelato cosa lo ha indotto a prendere la strada del poker, piuttosto che di altre specialità del gaming: “Ero consapevole di quello che stavo facendo. Avevo studiato la matematica del poker e degli altri giochi. Ho compreso che negli altri giochi non potevo guadagnare, mentre nel poker sì. Ho sempre creduto in questa cosa e sono andato avanti per la mia strada. Era il mio sogno, era quello che mi piaceva”.

 

Al tempo stesso, prima di mettere insieme svariati milioni di dollari vinti, Dario Sammartino ha conosciuto il gusto amaro della sconfitta. Anzi, proprio da una perdita importante ha avuto inizio la sua sfavillante carriera: “Io sono partito con una cifra che ho perso, ho fatto anche dei debiti per andare avanti. Ma io vedevo gli altri e pensavo ‘non posso non vincere soldi contro questi’. Ed è andata così. Io sono andato a Las Vegas per 10 anni di fila, non sono stato solo fortunato”.

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