Jason Koon blasta Phil Hellmuth: “Braccialetti WSOP come ai tornei amatoriali”

Phil Hellmuth sembra quasi trovarci gusto nel finire al centro di polemiche e discussioni. Anche quando non c’è lui al centro dei pensieri di chi lancia delle frecciate o accuse più o meno velate. Questo è per esempio il caso di Jason Koon, uno dei giocatori di tornei più forti in circolazione, che non le ha mandate a dire. Nello specifico, il player americano si è inserito in una discussione che era cominciata su Twitter.

 

 

Si parlava dell’eventualità di considerare Hellmuth il più forte giocatore in circolazione, dall’alto dei suoi 15 braccialetti vinti alle World Series of Poker. Tuttavia Koon, più che inserirsi nella questione relativa al Poker Brat, ha parlato del valore intrinseco di un titolo vinto alle WSOP. Secondo Jason, a dire la verità, tornei di questo genere non hanno più così tanto valore. E le sue parole suonano come vere e proprie coltellate.

 

Le vittorie WSOP, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno il valore di un successo al campionato amatoriale– ha sentenziato Jason Koon – . Nel 95% dei tornei al Rio, i migliori giocatori al mondo, non si preoccupano di competere. Si siedono più con l’obiettivo di divertirsi che di puntare al successo, proprio perché la valenza del bracciale non è più la stessa, rispetto a qualche anno fa”.

 

Jason Koon prosegue la sua filippica con altre parole, altrettanto forti: “Nel 2020 sono stati messi in palio 150 bracciali e molti eventi avevano buyin da 100 dollari. Difficile far credere alle persone che abbiano lo stesso valore dei braccialetti vinti in eventi molto più pesanti, dal punto dei buyin. Eppure ci sono alcuni personaggi  che vogliono farci credere che in questi eventi low-buyin, la valenza del successo abbia lo stesso peso di un anello vinto al SuperBowl”.

 

Sul tema si è inserito lo stesso Hellmuth. La sua risposta è tanto breve, quanto emblematica: “Wow”. Dal canto suo, Koon ha provato ad argomentare le sue risposte precedenti: “Non ho mai detto che gli eventi High Rollers siano migliori degli altri. Sto parlando dell’importanza di un bracciale rispetto ad un altro. In tanti mi state dicendo di giocare una determinata mano, invece che in un torneo da 10 mila dollari di buyin, in un evento da 300 dollari. Sono conscio che non è la stessa cosa e so bene allo stesso tempo che tutti noi siamo partiti dai tornei da 300 dollari. Ognuno di noi ha costruito la sua carriera passando da questa tipologia di tornei”.

 

Per concludere, il player americano ha fatto capire che gli High Rollers, per quanto indicativi sulla qualità del field, non sono abbordabili per tutti: “Nessuno ha iniziato dagli high rollers e ben venga chi dal basso riesce poi ad emergere a livelli importanti. Ma non possiamo mettere sullo stesso piano dei bracciali vinti in un determinato contesto rispetto ad altri ottenuti in contesti diversi. Quindi evitiamo di scannarci e facciamo tutti quanti un bel respiro profondo”.

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