A Las Vegas si riparte, ma il lavoro non c’è

Il poker live sta pian piano ripartendo in diverse parti del mondo. Ce ne siamo accorti anche in Italia, dove i primi tornei si sono disputati e anche con un discreto risultato sul piano dei numeri e delle partecipazioni. Ma sono i principali casinò esteri ad avere gli occhi puntati addosso. Non è ancora possibile dare il via alle principali manifestazioni live in giro per il mondo. Come nel caso delle WSOP, che per quest’anno si stanno disputando sulla piattaforma ufficiale online. E se n’è accorto il nostro Enrico Camosci, che ha vinto uno storico braccialetto.

 

 

Ma come abbiamo detto, nelle poker room dei principali casinò stranieri, si sta iniziando a muovere qualcosa. Lo abbiamo visto ad esempio a Rozvadov, dove sono partiti alcuni tornei che hanno aperto le porte anche agli italiani, dopo il provvedimento discusso ma giusto del marzo scorso. Ma in particolare, gli occhi di tutti sono puntati sugli Stati Uniti, in particolare su Las Vegas. La decisione di non far disputare le World Series è stata dolorosa, ma ora si sta cercando lentamente di partire.

 

Anche se non mancano le problematiche, soprattutto a livello organizzativo e amministrativo. L’emergenza Covid che ha di fatto bloccato tutto in giro per il mondo, non poteva risparmiare anche le persone che campano letteralmente con il gaming. E così non mancano le notizie negative sul fronte del lavoro. In particolare, alcuni casinò di Las Vegas hanno dovuto fare dei forti tagli al proprio personale, tra i croupier e gli impiegati negli altri settori delle strutture.

 

Uno dei casi più evidenti è quello del circuito di casinò di marca Ceasars. Sono nove le strutture di proprietà della società americana, e i primi effetti dell’emergenza sanitaria ha portato alla fine del rapporto di lavoro con ben 3.200 lavoratori. Ma ora le cose, se possibile, potrebbero anche peggiorare. Il più grave tra gli scenari parlava di lavoro a rischio addirittura per il 90% degli oltre 64.000 dipendenti della catena. Per fortuna le cose non sono andate così male, ma ci è mancato davvero poco.

 

Anche perché nel frattempo Ceasars ha completato la sua fusione con Eldorado. Una fusione dal valore di oltre 17 miliardi di dollari, ma che avrà anche delle conseguenze pesanti sul mondo dell’occupazione. Tra le due società che si sono unite, ballano oltre 115mila posti di lavoro. Una buona fetta di questi verrà tagliato, anche a causa del fatto che almeno una delle strutture di proprietà di queste due società verrà venduta, anche per fare cassa a causa degli scarsi revenue dei casinò in questo nefasto 2020.

 

Il direttore finanziario della nuova società, Bret Yunker, ha voluto rassicurare pubblicamente gli impiegati e le loro famiglie, facendo capire che nel caso di licenziamenti, questi avverranno alle migliori condizioni possibili. Tuttavia, per diverse centinaia di persone il Covid-19 rischia di diventare una tragedia pur senza averlo contratto. Anche perché ballano migliaia di dollari ogni mese per ciascun dipendente che ora rischia il posto di lavoro.

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