
Un giocatore che frequenta abitualmente gli scenari del poker internazionale, non solo non può non conoscere uno dei giocatori più famosi del panorama mondiale, ma altresì si sarà certamente fatto un’idea dei comportamenti spesso fuori dagli schemi del personaggio in questione.
Stiamo parlando di Phill Hellmuth, eclettico genio del nostro gioco, che in più di un’occasione ha fatto parlare di sé sia per i propri atteggiamenti al tavolo, che per le sue esternazioni arrivate vuoi dai social network, vuoi dalle interviste sui vari portali del settore.
Quattordici braccialetti vinti alle World Series Of Poker, ben 4 in più dei suoi diretti inseguitori, Johnny Chan, Doyle Brunson e Phil Ivey, 21 milioni di dollari vinti in carriera in tornei dal vivo, un enorme successo planetario e, soprattutto, economico.
Tutta questa carne al fuoco non poteva non godere di un punto fermo, di una sorta di zibaldone che raccogliesse i fatti salienti della carriera di “Poker Brat”.
Ed eccola, ormai quasi pronta, la sua biografia.
In una intervista rilasciata a PokerNews, Phill Hellmuth ha svelato alcuni dettagli sul libro, ovviamente intitolato come il suo celeberrimo soprannome , “Poker Brat”, appunto, sul quale sarà possibile leggere gustosi aneddoti riguardanti anche la sua vita “pre-poker”.
La parte iniziale del libro è infatti incentrata sul periodo più difficile della sua vita, l’adolescenza.
Un periodo talmente difficile per l’attuale 52enne nato nel Wisconsin, che egli stesso si descrive come un ragazzo insicuro, parzialmente incapace di avere una vita sociale e alle prese con forti problemi di autostima.
Un periodo della vita al quale Poker Brat ha deciso di dire basta una volta terminate le scuole superiori, quando, per una sorta di auto cura personale, decide di buttarsi proprio nel poker.
La biografia, rivela Hellmuth, era pronta fin dal 2010, ma di lì a breve il “black friday” cambiava totalmente gli scenari.
Nessun editore era più disposto a finanziare il libro, soprattutto perché il mercato del poker non avrebbe probabilmente più tirato.
Dopo molti anni, finalmente, all’inizio del 2016, si è presentato un editore pronto a finanziarlo, con in cambio la promessa di aggiungere alcuni capitoli sulle ultime vicissitudini dello statunitense e i consigli su come un giocatore “vecchia maniera”, possa tenere il passo del gioco che cambia in maniera così repentina.
Sarà un libro che si distingue dalla pura tecnica descritta in tanti manoscritti, ma non mancheranno certamente i colpi di scena e diventerà con ogni probabilità un “must” che non può mancare nella libreria del buon pokerista.