Phil Ivey vs Dario Sammartino: la mano più 'sick' dell'Aussie Million 2016!



"Era una mano scritta" si sente spesso dire tra gli amatori cercano consolazione attribuendo la responsabilità dell'esito infelice di un colpo esclusivamente al fato. Certo, può capitare che la sorte possa esserci più o meno amica, ma in fondo la decisione finale spetta sempre a noi e in alcuni casi sarebbe meglio pensarci tre, quattro o anche cinque volte prima di mettere lo stack in mezzo. 
Chiedete a Dario Sammartino che nel corso del Challange da 100.000$ di iscrizione ha perso oltre 100 big blind in un piatto davvero particolare. Esiste tuttavia un'attenuante per il player campano: il suo diretto avversario risponde al nome di Phil Ivey. Già sua maestà Phil Ivey. Uno dal quale ci si può aspettare qualsiasi cosa in ogni momento. Ma andiamo a capire meglio come sono andate le cose tra i due.
 
Mentre il livello dei blind segna 700/1400 Ivey apre da bottone per 3.400 chip trovando il call di Sammartino con J♠ 9♠. Il flop 8♥ 10♥ 3♥ è un invito a nozze per una c-bet, e Phil non ci pensa su due volte a piazzarne una di circa mezzo pot. Per Dario non ci sono troppe alternative in questo frangente: chiamare e sperare di chiudere il draw a scala non è una scelta profittevole nel lungo periodo, specialmente fuori posizione, perciò considerati gli stak molto deep decide di rilanciare fino a  13.000 gettoni. Phil chiama,
 
Il turn 7♠ è la carta migliore che Dario potesse augurarsi e infatti non esita ad estrarre valore puntando altre 18.000 chip. Phil chiama nuovamente e si giunge al river, un 7♣ che accoppia il board. Sammartino checka (con l'intenzione di chiamare nella maggior parte dei casi) dato che puntando potrebbe perdere valore da tutti i draw mancati che decidono di passare, oltre alle top pair, mentre Phil va direttamente all-in per 135.000 chip su un piatto da circa 70.000. E ora che fare? 
 
Prima di operare una scelta è necessario capire bene con quali mani Ivey avrebbe potuto condurre un'azione simile. Per quanto la c-bet possa essere standard e quindi effettuata anche con il nulla più assoluto, il call al raise lascia intendere che Phil abbia del valore, come una coppia, un pezzo a cuori alto o una 'made hand' quale un set o un flush. 
 
Per quanto Sammartino possa esser bravo ad aggredire in determinate situazioni, Ivey sa bene che la bet al turn viene fatta nella maggior parte dei casi per valore, salvo quando decide di spingere un draw a cuori. Una cosa però è certa: Dario in questo spot non è mai assolutamente bianco e anzi, ci sono buone probabilità che abbia un punto molto forte. Un dettaglio che non sfugge affatto a quella vecchia volpe di Phil, il quale sul 7♣ al river opta per lo shove diretto dopo il check dell'avversario. 
 
Entrambi sono giocatori cash game e quindi capaci di combinarsela reciprocamente, polarizzandosi su nuts o air in quante più circostanze possibili. Agli occhi di Dario l'overbet al river pare quasi senza senso: sarebbe infatti un peccato rischiare di far foldare l'opponent senza esttrarre ulteriormente valore e Ivey non è certo un giocatore di primo pelo. 
 
Perciò rimangono due soluzioni: o sta forzando l'azione con un draw mancato nel tentativo di farlo passare o ha il nuts assoluto (che in questo caso sarebbe coppia di Dieci o addirittura coppia di Sette anche se decisamente meno probabile). Infatti difficilmente Ivey sceglierebbe di mandare resti con flush, dato che potrebbe essere battuto da Full House, o con un set più basso. A conti fatti insomma non resta che affidarsi all'istinto oltre che alla matematica, anche se in ballo c'è un torneo da centomila dollari d'iscrizione. 
 
Dario chiama e allo showdown Ivey gira per l'appunto coppia di Dieci, ovvero top set centrato al flop che si trasforma in full al river, portandosi a casa un piatto da oltre 200 big blind. E voi cosa avreste fatto al posto di Dario Sammartino? 
 
Ecco il video integrale della mano in questione:

 

Seguici