Dan Smith sull'accordo con Holz all'high roller One Drop: "Non avevo molta scelta, è stato imbarazzante. Holz e Aldemir impeccabili."



Il poker, si sa, non è fatto soltanto di scoppi esilaranti e premi da capogiro, ma soprattutto di storie. Come quella che ha raccontato Dan Smith nel corso del consueto appuntamento col podcast di Joe Ingram
 
Una storia che l'ha visto protagonista relativa alle ultime World Series of Poker, nelle quali il professionista americano si è trovato a lottare per un braccialetto e 5 milioni di dollari di prima moneta. Parliamo ovviamente dell'high roller for One Drop da 111.111$. Si, proprio quello vinto, guarda caso, da Fedor Holz, capace di apporre la sua firma anche nel circuito più prestigioso al mondo e fregiarsi del titolo, meritatissimo, di 'World Champion'. 
 
L'episodio a cui fa riferimento Smith rigaurda la fase 3-handed del torneo, dove lui, Fedor e Aldemir si trovavano a lottare per la vittoria finale: "Sapevamo tutti che Aldemir, del quale non ho la benché minima stima, era un suo stakato. Fedor lo aveva detto pubblicamente prima dell'inizio del torneo e devo ammettere che anche nella fase 3-handed si sono comportati in modo impeccabile. Tuttavia, una volta rimasti in tre è stato quasi impossibile non accettare un deal." 
 
In effetti giocarsi 5 milioni e il braccialetto in quella dinamica davvero particolare, sebbene il tedesco sia sempre stato trasparente su tutto, non doveva esssere facile per Dan, che alla fine ha accettato: 
 
"Ci siamo accordati per ICM lasciando 300.000$ al primo. Fedor avebbe potuto pretendere una percentuale superiore vista la situazione di vantaggio, ma si è comportato da signore. Tutto alla fine è andato per il meglio, ma non posso nascondere che la situazione è stata davvero imbarazzante!" 
 
Curioso anche il racconto sulle modalità di pagamento adottate da Holz per consegnare la porzione di premio derivante dall'accordo dopo la vittoria finale: "Ci siamo dati appuntamento in un'area precisa del casinò e Fedor mi ha dato una pila di chip da 25.000$ l'una. In fondo era il modo più semplice..."
 
Smith ha poi parlato più in generale della consuetudine, da parte dei poker player, di scambiarsi delle quote nei tornei più importanti: "Ci sono tornei talmente cari che sarebbe impossibile giocare senza cedere un po' di quote a qualcuno. Personalmente cerco di non esagerare nello swapping, ma è anche vero che alcuni player si siedono al tavolo con percentuali della propria action ridotte al minimo."
 
Già, avere un bankroll sufficiente per affrontare con serenità tornei da cento, o più, migliaia di dollari è un'impresa davvero ardua anche per i top pro mondiali. La domanda da porsi a questo punto è: vale davvero la pena sedersi al tavolo coi più duri per un ritorno di investimento relativamente basso, se non in immagine? Ai posteri l'ardua sentenza...
 

Seguici