Alex Dreyfus si coccola il suo nuovo giocattolo: "La Global Poker League punta a differenziarsi da tutto il resto!"



Dietro la sigla GPL si nasconde qualcosa che potrebbe accendere nuovamente l'entusiasmo delle masse per il nostro amato giochino. O almeno questo è ciò che si augura il suo fondatore, Alex Dreyfus, che spunta un po' dappertutto impegnato a pubblicizzare la sua creazione, rilasciare interviste, presenziare nei tornei più importanti e stringere accordi gli accordi.
Proprio qualche settimana fa, nel corso delle WSOPE a Berlino, lo abbiamo incrociato di sfuggita in un momento libero e siamo riusciti a porgli direttamente qualche domanda su quel che sarà la 'League' del domani. A cominciare dalla clamorosa esclusione dell'Italia che per quanto concerne la prima edizione non verrà considerata:
"E' una scelta dolorosa perché il mercato italiano è tra i più vivaci in Europa – esordisce Dreyfusma non potevamo fare altrimenti. Presto in Italia arriveranno delle restrizioni che limiteranno la pubblicità sul poker e al momento dobbiamo garantire alla lega la massima visibilità sul territorio. Se in futuro le cose si sistemeranno saremo ben lieti di accogliere anche l'Italia."

Mentre l'attesa per il debutto della GPL sale, in tanti si chiedono quali siano i motivi tangibili per cui dovrebbe portare una ventata di freschezza nel mondo del poker e quali benefici l'intera comunità potrebbe trarne:
"Negli ultimi anni il poker è stato associato solo ed esclusivamente ai soldi. Non c'era nessuna notizia che riportasse qualcosa di diverso da 'quel giocatore ha vinto un milione là, quell'altro due milioni dall'altra parte'... noi puntiamo ad esaltare l'aspetto sportivo di questo bellissimo gioco, mettendo in competizione dei Team composti da giocatori che verranno selezionati attraverso un draft, proprio come avviene in altre leghe sportive professionistiche. Sarà il propietario del Team ad investire sui singoli giocatori, e oltre ad una retribuzione fissa questi potranno vincere i soldi provenienti dagli sponsor, una parte dei quali sarà dedicata a formare il prizepool. Offrendo un prodotto nuovo, dinamico, con un'adeguata copertura televisiva e tanta tanta azione siamo sicuri di riuscire a coinvolgere il pubblico e suscitare l'interesse di molti appassionati."

C'è da chiedersi quanti professionisti abituati a giocare cifre a cinque zeri possano essere interessati a dedicarsi interamente a questa nuova esperienza, ma anche a riguardo Dreyfus ha pochi dubbi:
"I player che intendono continuare per la loro strada sono liberissimi di giocare i tornei come hanno sempre fatto. Sono sicuro che la lega col passare del tempo potrà godere di un certo appeal e può essere un'ottima occasione per chi vuole giocare a poker da professionista."

Difficile dire se questa soluzione possa essere in grado, da sola, di riaccendere quel 'sogno' della sponsorizzazione che negli anni del boom era balenato nella testa di tanti giocatori. Che si tratti realmente di una nuova era per il poker è ancora presto per dirlo, sicuramente la trovata di Alex Dreyfus potrebbe avere dei risvolti positivi che vanno al di là della lega stessa. Staremo a vedere...

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