Il vero talento di un poker player di successo? Saper foldare.
Non è affatto un mistero che nel poker sia molto più difficile passare una mano di assoluto valore che mettere le chip in mezzo.
Una volta spinte al centro la decisione spetta all'avversario e noi dobbiamo solo attendere, mentre quando ci si trova dall'altra parte il rischio è quello di vedere il proprio stack andare in fumo per una chiamata sbagliata.
Volete un esempio concreto? Main Event PSC Barcellona, livello 12K/24K ante 4K, Sorensson apre da UTG e trova 3 call: Andrade da UTG1, Petrangelo da SB e Daher da BB.
Il flop recita Q♠ 7♠ 6♠ e tutti checkano. Su J♦ turn Daher punta 138K con 2,5milioni dietro, Andrade chiama. Al river, su Q♥ Daher spara un'altra pallottola, stavolta a 357K, Andrade va all-in per 871K e la parola torna a Daher...cosa fare con 6♠ 6♥ in mano, ovvero full house di 6 e Dame?
L'action di un piatto 4-way non è mai semplice da interpretare, specialmente su un board così connesso che presenta qualsiasi tipo di combinazione, dalle scale ai colori, passando per full-house e addirittura Quads!
Un full al Sei è un ottimo punto, ma in una fase cruciale del torneo come quella in cui si svolge l'azione, ovvero il 23° livello di un torneo da 5,300€ con una prima moneta milionaria, potrebbe non bastare.
E allora perché non ricorrere a qualche vecchio stratagemma per capire qualcosa in più sulla forza della mano avversaria? Albert Daher, nel bel mezzo delle sue riflessioni, chiede ad Andrade: "Se mostro le mie carte mi fai vedere le tue?"
Andrade dice subito sì e Daher, che in carriera ha vinto qualcosa come un milione e mezzo di dollari, capisce al volo e passa, per il disappunto dell'avversario che commenta "Sick fold..."
Una mossa che a carte viste si rivelerà corretta dato che Hugo Andrade aveva in mano nientemeno che J♣ J♥, ovvero full house di Jack e Dame. E a voi è mai successo di hero-foldare una mano dopo aver posto la fatidica domanda a chi vi sta davanti?
