L’appello di Greg Raymer: “Non mollate tutto per giocare a poker”

Un campione del mondo di poker sa perfettamente quali sono le fasi da attraversare prima di diventare un giocatore di successo.

È un po' come un lungo torneo. Prima ci sono le fasi iniziali, in un certo senso le più difficili perchè si parte tutti alla pari, si è in tantissimi e non è facile riuscire a emergere. Ma con fantasia, sacrificio e tanta concentrazione alla fine il buon giocatore emerge sempre su quello occasionale, che non ha le tue stesse skills e la tua stessa abnegazione. E in un certo senso, questo è il caso di Greg Raymer.

 

Il campione del Main Event delle World Series of Poker del 2004 è passato alla storia, quasi come il suo predecessore nell'albo d'oro delle WSOP, ovvero Chris Moneymaker. Anche lui è riuscito a salire sul tetto del mondo partendo da un satellite da 160 dollari. E per lui è arrivata la gloria e l'ingresso nel Gotha del poker. Lo abbiamo visto seduto ai tavoli più prestigiosi al mondo per qualche anno, ma non è mai stata del tutto questa la sua vera passione. Fossilman non ha mai abbandonato il lavoro e tuttora lo porta avanti.

 

Perciò, come ha rivelato in una recente intervista, quando gli viene chiesto se si può mollare tutto per giocare a poker, Greg Raymer risponde così: "Quasi sempre, quando mi fanno questa domanda, non ho mai visto la persona giocare a poker. Ma anche senza questa informazione, posso tranquillamente asserire che chi fa questa domanda non ha abbastanza skill per guadagnarsi da vivere col poker. C’è chi addirittura mi dice di non essere ancora un giocatore vincente, credendo però che se lasciasse il lavoro per concentrarsi sul poker full-time, lo diventerebbe velocemente. Mi spiace, ma non funziona in questo modo".

 

Un giocatore di poker di spessore, come ribadisce Greg, deve riuscire a essere una persona estremamente concentrata e vogliosa di imparare ogni giorno, prima di sfoderare le proprie skill ai tavoli: "Ognuno impara meglio usando strumenti diversi, ma nessuno diventa davvero bravo senza fare sforzi seri per migliorare lontano dal tavolo. Solitamente si stima che siano il 10% o meno i giocatori che diventano vincenti sul lungo periodo: penso che questo sia un numero ragionevole. Tuttavia, molti di questi giocatori vincenti lo sono ad uno stake molto basso. Ma chi vuole vivere di poker, deve vincere abbastanza per coprire le spese e oltre".

 

Dunque, secondo il campione del mondo di sedici anni fa, sono davvero pochissimi i giocatori in grado di dominare il field nel lungo periodo. Anche perchè non ci sono solo le qualità da pokerista da far valere al tavolo, ma c'è tutta una serie di aspetti da curare e tenere sempre sotto controllo. Come se si stesse coltivando una piantina: "Ci sono tantissime storie di giocatori vincenti e forti finiti al verde perché hanno perso i loro profitti in qualche altro modo. Ci sono pro fortissimi che perdono regolarmente al tavolo del craps, o alle scommesse, o in qualche altra forma di gambling dove non hanno alcun vantaggio contro la casa".

 

E poi Greg Raymer svela come procede la sua vita, con o senza il poker. La vittoria nel Main Event WSOP del 2004 non lo ha trasformato come ci si poteva attendere. È rimasto una persona posata e concentrata, tutt'altro che attento alle luci dei riflettori: "Io sono fortunato e amo ancora il poker, mi piace giocarlo full-time. Ho lasciato il mio lavoro dopo aver vinto il Main Event WSOP, ma l’ho fatto soltanto perché una grossa poker room online mi ha offerto molti più soldi, per esserne l’ambasciatore, di quanto mi dava il mio datore di lavoro: se non fosse capitato, sarei rimasto quantomeno un lavoratore part-time".

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