Sono già passati cinque anni da quando, in lacrime, stringeva tra le mani quel braccialetto carico di diamanti, simbolo del campione del mondo di poker.
La storia di Greg Merson è tristemente bella, perché prima di quel momento di successo era stato nel baratro, devastato dalla dipendenza dalle droghe, soprattutto cocaina.
La polvere bianca l'ha conosciuta ai tempi del college, quando ancora il poker non era la sua vita.
Per cinque/sei mesi l'ha usata con regolarità, tornato a casa dai genitori venne poi fortemente rimproverato da loro.
“Non dimenticherò mai quanto erano delusi da me – ha raccontato in un breve documentario su PokerGo – decisi di ripulirmi e il mio primo giorno di sobrietà fu l'8 agosto 2007”.
Il poker online entrò con forza a far parte della sua quotidianità, Greg doveva infatti avere la mente occupata per stare lontano dalle terribili tentazioni.
“Giocavo anche 70 ore alla settimana. Iniziai con tre tavoli ma li aumentai col passare del tempo. Arrivai ad avere aperti 24 tavoli di cash game contemporaneamente...”.
I successivi tre anni, senza le droghe, furono ottimi a livello professionale, perché col poker guadagnava molto più dei suoi coetanei, ma l'inferno era ancora a un passo per Merson.
Una sera andò ad Atlantic City, spese 2.000$ solo per un tavolo e bevve fino a ubriacarsi. Una persona gli offrì una striscia di coca e, dopo un po' di insistenza da parte di quest'ultimo, Greg riprovò quell'insano brivido a distanza di tre anni dall'ultima volta.
Ci ricascò: “Iniziai a prendere l'Adderall ogni giorno, a fumare marijuana ogni giorno. Quando facevo serata prendevo sempre la cocaina. Un giorno persi 100.000 dollari in un'ora online giocando cash game mentre ero fatto. Un'altra volta andai alla Bobby's Room, giocai la 200$/500$ e persi 330.000 dollari in cinque ore...”.
Toccò il fondo a Las Vegas, quando l'amico Christian Harder lo trovò in camera privo di sensi, a causa della droga: “Era il 2011, mi disse che ero un drogato e in quel momento cambiò tutto, nessuno me lo aveva mai detto prima”.
Si trasferì a Toronto e iniziò a giocare online ogni giorno, una lunga cavalcata che lo ha portato a diventare campione del mondo nel 2012.
“A Vegas ero pulito e super confident. Avendo giocato milioni di mani online, avevo assistito a qualsiasi possibilità e situazione del poker. Fu un vantaggio enorme”.
Ammette poi che il poker gli ha salvato la vita: “Mi ha dato qualcosa da seguire e a cui appassionarmi profondamente. Senza il poker avrei sprecato la mia vita con le droghe...”.