
Molti giocatori alle prime armi si ritrovano ad avere problemi con JJ, finendo con il vincere poco o perdere molto. Non è una mano semplice da giocare, ma alcuni piccoli accorgimenti possono limitare in modo drastico gli errori.
Due modi di giocare male JJ
In genere tutti gli errori commessi con questa mano hanno origine da due tendenze:
- Spingere troppo la mano quando in realtà è meglio essere cauti
- Essere troppo cauti quando è il momento di spingere
Ci sono poche mani nel NLHE per le quali il classico “dipende” alla domanda “come la gioco?” calza così a pennello.
Gli stack effettivi, la situazione e le tendenze del proprio avversario sono tutti fattori importantissimi. Vediamo come combinarli.
Quando spingere con JJ
Questa resta comunque una delle mani migliori nel No-Limit Hold’em e quando gli stack si fanno esigui, come capita di frequente nelle fasi finali di un torneo, giocare aggressivamente JJ è di rado un errore.
Al decrescere degli stack diminuiscono anche i requisiti minimi per finire ai resti preflop, pertanto non bisogna avere paura di finire all-in con questa mano quando si è corti. In genere, se si ha la sfortuna di schiantarsi contro una mano premium, si tratta soltanto di un cooler.
Soprattutto quando gli stack non sono così piccoli, la posizione relativa dei giocatori nella mano diventa importante. Essere aggressivi in dinamiche di furto e contro-furto dei bui è di solito corretto in quanto i range tendono ad essere piuttosto larghi in queste dinamiche.
Postflop è importante valutare le tendenze del proprio avversario e non avere paura di puntare quando il board è “sicuro”. Questo vale soprattutto contro quei giocatori passivi che difficilmente metteranno chips nel piatto di propria volontà.
Quando essere cauti con JJ
Per giocare al meglio JJ è importante capire che questa mano gioca molto bene contro i range larghi ma è spesso dominata da quelli stretti. Questo concetto è molto importante per capire quando JJ va gestito con cautela.
Se gli stack in gioco sono molto profondi, i giocatori ci penseranno due volte prima di finire ai resti preflop e lo faranno di solito con mani molto forti. Ne consegue che spingere per finire ai resti con questa mano quando gli stack sono deep si traduce spesso in un vero proprio salto nel buio. Una scelta più saggia in questi casi è quella di limitarsi al call di una eventuale 3bet o chiamare soltanto un’apertura dalle prime posizioni, ricordandosi che tra JJ ed AA la differenza è tanta.
Dopo il flop è molto importante non innamorarsi di questa mano. Come tutte le mani premium, anche la forza relativa di JJ può modificarsi parecchio una volta sceso il flop e bisogna tenere a mente che in fin dei conti si ha soltanto una coppia.
Se il board è molto connesso e un giocatore piuttosto lineare mostra estrema forza, è molto importante rivalutare il valore della propria coppia. Questo vale soprattutto per i controrilanci subiti al turn e al river.
Allo stesso modo è importante sfruttare le tendenze dei giocatori più aggressivi senza farsi mettere in difficoltà. Piuttosto che puntare su un board molto connesso aprendo il fianco a scomodi controrilanci, fare check e indurre al bluff il proprio avversario (contendendo però la dimensione del piatto) potrebbe essere una buona idea.
JJ è senza dubbio una delle mani più profittevoli nel poker, ma poche richiedono tante considerazioni come questa quando vengono giocate. Prendersi un po’ di tempo per valutare la situazione sotto diversi punti di vista è il modo migliore di evitare errori e sfruttare questa potente combinazione.