CONSIGLI PER LA LETTURA DELLE MANI AVVERSARIE

Al tavolo da poker, una delle skill più preziose è la buona capacità di lettura del range del proprio avversario. Questo non è un dono innato, ma un’abilità che si può coltivare come ogni altra. Ecco qualche consiglio.

 

Mettere il proprio avversario su un range piuttosto che su una mano specifica
I giocatori alle prime armi commettono l’errore di focalizzare la propria attenzione su poche mani, tipicamente quelle meglio connesse al board. Così, se ad esempio al river vi è possibilità di scala e il proprio avversario punta grosso, questa diventa la mano più probabile ai loro occhi.

Questo errore è anche più grave nelle prime strade, quando le variabili in gioco sono ancora tante.


Il proprio avversario tenderà infatti a compiere la stessa azione con mani di diversa forza, che si tratti di un call o di una puntata. Le possibilità sono così varie che è molto difficile indovinare la mano esatta di un giocatore e per questo motivo è necessario ricorrere ai range.

Un range categorizza le mani in diverse tipologie più che assegnare singole mani. Preflop ad esempio non si considerano tutte le 1.326 combinazioni possibili una ad una, piuttosto si dividono in premium hands, broadways, suited connectors, coppiette, etc..
Postflop non si pensa a mani specifiche quanto piuttosto a top pairs, progetti, coppie medie, etc...

Questa suddivisione è molto importante in quanto velocizza e semplifica il processo della lettura di un range.

Si noti che il range di un giocatore è quasi sempre composto da mani di diversa forza: il range con cui si effettua una puntata è infatti quasi sempre diviso al suo interno tra bluff e mani di valore.

Concentrarsi su quello che il proprio avversario non può avere
Specie nelle fasi iniziali della mano, è molto più semplice concentrarsi su cosa il proprio avversario probabilmente non ha.

Ad esempio, quando si subisce un coldcall preflop è quasi inutile elencare tutte le mani che il proprio avversario potrebbe avere. È più importante concentrarsi su cosa di solito non ha: una mano premium. Sapere che il proprio avversario non ha QQ+/AK è infatti un’informazione molto utile durante tutta la mano.

Anche al flop è più semplice concentrarsi sulle mani da escludere. Un check/call su un board molto connesso rappresenta quasi sempre una mano di forza media o un progetto e le mani più forti, come set e doppie coppie, si possono di solito eliminare dal range del proprio avversario.

“Come giocherei questa mano se fossi nel mio avversario?”
Quando si affronta un giocatore preparato o un regular in generale, questa domanda è molto importante nelle situazioni di incertezza.

Se infatti ad un certo punto della mano un avversario competente mostra molta forza, ad esempio rappresentando una scala al river, è utile chiedersi se al posto suo si sarebbe giocata la mano necessaria per fare scala nello stesso modo.

Si supponga ad esempio di avere aperto preflop dal CO e di aver ricevuto call preflop dallo SB, un giocatore aggressivo e capace. Il board si presenta così:

8h 5s 3h – Ts – 7d

e il proprio avversario decide di fare check/raise al river dopo avere fatto check/call flop e turn.

In questo caso è molto difficile per lui avere una scala e persino un set avrebbe di solito fatto check/raise al flop o al turn. Avrebbe davvero fatto check/call al flop e al turn con una mano come 6-9 o 9-J? Le avrebbe chiamate dal piccolo buio preflop?

Alcuni giocatori potrebbero giocare in questo modo le mani sopracitate e non rilanciare mai in bluff al river, ma non è questo il caso di questo avversario. Il call con uno dei propri bluffcatchers dovrebbe pertanto essere preso in considerazione.

Questo dimostra che una buona capacità di lettura del range dei propri avversari può fare la differenza al tavolo da poker. Migliorarsi sotto questo aspetto è molto importante, magari effettuando più spesso sessioni di hand review da soli o ancora meglio con un giocatore esperto.

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