
Una delle situazioni in cui la propria bravura può fare la differenza è il gioco fuori posizione. In questi casi è necessario pianificare meglio le proprie mani, concentrandosi molto sul tipo di avversario. Vediamo un esempio con quella migliore, AA.
Esempio
Cash Game 6-max NL100
UTG – OPPO 1 – (112€)
MP – OPPO 2 – (88€)
CO – Hero – (105€)
BTN – Villain – (110€)
SB – OPPO 3 – (77€)
BB – OPPO 4 – (144€)
Hero has Ac Ad
**Preflop**
UTG folds, MP folds, Hero raises 3€, Villain calls 3€, SB folds, BB folds. (POT: 7,5€)
**Flop**
8s 9s 6d
Hero bets 5€, Villain raises 17€, Hero… ?
L’importanza dell’avversario
La scelta di Hero dipende da diversi fattori e non se ne può preferire una a prescindere: call, fold o raise sono tutte opzioni da valutare.
Contro un giocatore passivo la scelta migliore è probabilmente il fold. Questi avversari tendono a chiamare soltanto se hanno un progetto ed in genere ingrossano un piatto solo quando hanno una mano molto forte. Anche un’overpair come AA non è sufficiente in questi casi ed è importante avere la disciplina di foldarla.
Un giocatore aggressivo non è così facile da gestire. Quando effettua un rilancio su un board di questo tipo il suo range non comprende infatti solo mani forti, ma anche bluff e semi-bluff. Il fold non è quindi così semplice e di tanto in tanto sarà necessario continuare nella mano.
Il call lascia al proprio avversario la possibilità di continuare a bluffare sul turn, ma ne esistono diversi sui quali le decisioni di Hero saranno ancora più difficili. Ne sono un esempio le picche, i 7, i 10 e i 5. Pertanto, a meno che Villain non sia davvero un maniac, si finirà con il fare fold troppo spesso nelle street successive.
Il raise nega al proprio avversario la possibilità di bluffare sul turn e sul river, ma non è sempre un male dato che questi saranno davvero difficili da gestire. Si tratta di un’azione ad EV davvero marginale, ma se Villain è tipo da spingere un progetto può rivelarsi una soluzione valida.
Queste difficili decisioni, potevano tuttavia essere evitate.
Una linea alternativa
La cbet al flop non è sempre l’opzione migliore, soprattutto contro avversari aggressivi,
Nel poker è sempre importante mettersi nella condizione di commettere pochi errori e lasciarne invece commettere ai propri avversari.
Se villain è un giocatore passivo, la cbet è “sicura”: quando si subisce un rilancio fare fold non è quasi mai un errore, quando invece si riceve un call si può di solito continuare a puntare.
Ma se il proprio avversario è un giocatore aggressivo ci si può aspettare una discreta dose di raise su un flop di questo tipo e all’improvviso il fold può diventare un errore.
Il call può essere la scelta corretta, ma siccome si finirà con il fare spesso fold tra turn e river, si rischia di sbagliare nel prosieguo della mano.
La 3bet al flop, sebbene sia raramente –EV contro avversari aggressivi, pone questi ultimi in una situazione di vantaggio in cui faranno fold con i loro bluff peggiori e call o raise con le mani più forti, non sbagliando mai.
Il check/call al flop è invece una soluzione interessante, che lascia ai propri avversari la chance di sbagliare e minimizza allo stesso tempo i propri errori.
Quando si effettua un check su un piatto di questo tipo, i giocatori aggressivi cercheranno quasi sempre di rubare il piatto. Si riceve quindi action da un range più largo (non sempre connesso al board) e al contempo si limita la dimensione del piatto.
Tenendo il range del proprio avversario il più largo possibile, i turn e i river “brutti” sono più semplici da chiamare e si arriverà allo showdown più spesso, di solito da favoriti.
Questa situazione dimostra come una buona pianificazione delle proprie mani fuori posizione possa evitare la maggior parte delle decisioni difficili, sfruttando allo stesso tempo le tendenze sbilanciate dei propri avversari.