
Ci si concentra spesso sui raise e sui call, ma che dire del fold? Per essere giocatori vincenti anche fare fold al momento giusto è essenziale.
Perchè non ci piace fare fold?
Il fold viene visto come una sconfitta, sembra quasi un piegarsi al proprio avversario. In un certo senso è vero: foldare equivale a perdere il piatto. Il problema non è la sconfitta, ma il modo in cui ci approcciamo ad essa.
Il poker è un gioco in cui non si può sempre vincere, tutt’altro. Sul lungo periodo, i piatti vinti e persi sono numericamente simili. Proprio così: i giocatori di successo nella loro carriera hanno perso più o meno tanti piatti quanti ne hanno vinti.
La sconfitta è inevitabile nel poker e per questo dobbiamo accettarla. Chi non riesce a farlo, dovrà sempre fare i conti con problemi di tilt.
L’incubo di venire bluffati
Se è vero che a nessuno piace perdere, la paura di venire bluffati e così “outplayati” dal proprio avversario è anche peggio.
Si tratta forse del motivo principale per il quale si vedono tanti brutti call, in quanto per qualche strana ragione preferiamo chiamare e toglierci ogni dubbio (anche quando non si dovrebbe) piuttosto che fare fold e continuare nell’incertezza di essere stati “fregati”.
Venire bluffati è parte integrante del gioco tanto quanto farlo a propria volta. Nessuno punta in una certa situazione solo con mani di valore o solo bluff, pertanto ogni volta che si effettua un fold il rischio di essere stati bluffati è reale. Quello che conta è la frequenza con cui ciò accade.
Un buon giocatore di poker sa che venire bluffati da un giocatore che si stima punti il piatto in bluff 2 volte su 10 va bene (come vedremo a breve). Anzi, anche se si fosse così fortunati da chiamare e pescarlo con quel 20% di bluff sarebbe comunque un call terribile, nonostante il piatto vinto.
Capire se si stanno facendo troppi fold
Quando si subisce una puntata, da un punto di vista matematico si sta ricevendo un certo prezzo per vincere il piatto. In aggiunta si sta anche offrendo al proprio avversario la possibilità di puntare con due carte qualsiasi a seconda della propria frequenza di fold.
Se il proprio avversario punta una size pari al piatto:
- si può fare call fintanto che ci si aspetti di vincere almeno il 33% delle volte
- si dovrebbe cercare di fare fold non più del 50% delle volte*
Se il proprio avversario punta invece metà piatto:
- si può fare call fintanto che ci si aspetti di vincere il 25% delle volte
- si dovrebbe cercare di fare fold non più del 33% delle volte*
* Questo valore rappresenta la frequenza di difesa minima necessaria per negare al proprio avversario un profitto istantaneo. Ha importanza solo se ci si aspetta che questo vada a puntare con una frequenza eccessiva.
Da un punto di vista teorico quindi un buon poker è costituito da una quantità limitata di fold, ma questa non deve assolutamente essere una giustificazione per fare brutti call quando il proprio avversario ha pochi bluff nel range. In alcune situazioni è infatti corretto fare più fold del solito, ne è un esempio il teorema di Baluga.
Il teorema di Baluga
“in caso di raise al turn, dovresti seriamente riconsiderare la forza delle tue singole coppie.”
Questo teorema è stato creato da Andrew “BalugaWhale” Seidman, noto per avere scritto il libro di strategia “Easy Game”.
Ciò che l’autore voleva esprimere è molto semplice: è difficile che un giocatore medio decida di fare raise in bluff al turn, pertanto si dovrebbe foldare un po’ di più quando succede. Anche un’overpair non è di solito sufficiente in queste situazioni e fare fold non è motivo di vergogna.
Esistono ovviamente delle eccezioni, ma si tratta di un’affermazione valida per la maggior parte dei giocatori dei limiti più bassi.
A volte il fold è un’azione coraggiosa, persino più di un grosso bluff o un grosso call. In questi casi è importante mettere l’ego da parte e ricordarsi che ogni chip risparmiata è una chip guadagnata. Il bankroll ve ne sarà molto grato.