
Poi succede che ti trovi testa a testa con il pollo al tavolo.
Lui apre le danze come solito fare, noncurante della posizione e tu chiami da bottone con una bella mano, pronto ad arpionargli quante chips possibili. Un momento, non siamo al circoletto del dopolavoro ma all'European Poker Tour svoltosi ai Caraibi il mese scorso.
Il 'tu'in questione è nientemeno che Toby Lewis, professionista britannico con quasi 3 milioni di dollari di vincite lorde alle spalle. Il pollo, se così lo si vuol chiamare, risponde al nome di Martin McCormick: nessun risultato in carriera, una semplice vacanza con la moglie dall'altra parte dell'oceano e un satellite per il main event conquistato qualche giorno prima.
Il 'tu'in questione è nientemeno che Toby Lewis, professionista britannico con quasi 3 milioni di dollari di vincite lorde alle spalle. Il pollo, se così lo si vuol chiamare, risponde al nome di Martin McCormick: nessun risultato in carriera, una semplice vacanza con la moglie dall'altra parte dell'oceano e un satellite per il main event conquistato qualche giorno prima.
Dei 928 iscritti entrambi sono rusciti a sopravvivere fino alla fase 23 left, ognuno a suo modo. Il buon McCormick infatti gioca in modo spensierato, si diverte a misurarsi con dei campioni navigati mostrando un atteggiamento da sbruffone. E parla. Parla tantissimo, specialmente quando è coinvolto in una mano, ma anche a bocce ferme. E' convinto di riuscire a carpire delle informazioni preziose mettendo pressione agli avversari e la sua deep run non sembra dargli torto.
Eppure tutti i giocatori al tavolo non aspettano altro che un suo passo falso, perché quel fare baldanzoso è un'arma a doppio taglio e la posta in gioco comincia a farsi interessante. Toby è cosciente di tutto ciò e pensa sia giunto il momento di ristabilire le gerarchie.
Il board K♠ 4♠ Q ♠ presenta qualche insidia, McKormick c-betta 1/3 pot e Toby chiama: "Hai due picche?" chiede Martin "Sembri troppo sicuro di te, sei sicuramente pieno!" Intanto un 10♥ si materializza al turn, il pot raggiunge le 270.000 chips, ma l'interrogatorio continua: "Devi avere una mano molto forte, ne sono sicuro!" eslcama nuovamente piazzando una bet da 75.000 chips, puntalmente chiamata da Toby.
"Sono nei guai, sono nei guai!" insiste Martin mentre una Q♦ completa il board. I due si guardano per alcuni secondi finché McCormick annuncia "I'm all-in", per un'importo pari all'entità del piatto. Lewis chiede a quanto ammonta la puntata, fa una smorfia poco rassicurante e comincia a pensare. Dal canto suo l'avversario riesce a star zitto solo per una trentina di secondi per poi riprendere: "Non mento, non mento mai, chiedi agli altri al tavolo. Se passi ti mostro le carte!"
"Mi mostri il bluff?" risponde Toby "No, assolutamente – interrompe Martin – ho bluffato una sola volta in tutto il torneo e poi al turn ti ho praticamente detto la mia mano!"
La situazione comincia a diventare paradossale, Lewis ha sicuramente una mano di valore ma ha paura di giocarsi il torneo e rimane aggrappato solamente alla speranza di azzeccare una difficile lettura. Accanto a lui il giovane campione Fedor Holz finge di mostrarsi interessato all'action, ma non succede nulla per 4 minuti e 30 secondi, momento in cui Lewis finalmente prende una decisione e folda.
La situazione comincia a diventare paradossale, Lewis ha sicuramente una mano di valore ma ha paura di giocarsi il torneo e rimane aggrappato solamente alla speranza di azzeccare una difficile lettura. Accanto a lui il giovane campione Fedor Holz finge di mostrarsi interessato all'action, ma non succede nulla per 4 minuti e 30 secondi, momento in cui Lewis finalmente prende una decisione e folda.
Che sia stata la scelta corretta? Scopritelo da soli gustandovi il video!