
L'atto finale della dodicesima stagione EPT sta per avere inizio in quel di Montecarlo.
C'è chi ha scaldato i motori al WPTN di Sanremo e chi invece preferisce concentrarsi soltanto sulla tappa monegasca, fattostà che lo spettacolo è assicurato da decine di nomi altisonanti pronti a darsi battaglia sui tavoli.
Per l'occasione abbiamo deciso di mettere a confronto due bluff da antologia messi a segno da altrettanti campioni della scena internazionale, il nostro Mustacchione e Scott Seiver, due giocatori che non hanno certo bisogno di presentazioni. A differenza della solita hand analisys stavolta prenderemo in considerazione alcuni aspetti che esulando dalla mera tecnica pokeristica, focalizzandoci sul comportamento adottato da entrambi in un contesto simile.
Intanto diamo uno sguardo alle mani in questione, la prima giocata da Kanit nello scorso EPT High Roller di Dublino e la seconda relativa al final table del One Drop la un milione di dollari. Due giocate eccezionali, completamente in bluff, che consentono ai due di assicurarsi un bel piattone in una fase cruciale del torneo.
EPT Dublino, 25K High Roller -
The big One for One Drop, 1 mln High Roller -
Bluffare in contesti simili, contro giocatori preparati e vincenti è quanto di più difficile si possa fare, motivo per cui occorre mantenere il sangue freddo e non mostrare alcun segno di debolezza, sia essa esplicita, apparente o ben celata. In casi come questi le strade sono due: apparire imperturbabili o ostentare una naturalezza tipica di chi 'ce l'ha', come si suol dire tra i giocatori.
Cominciamo dalla giocata di Mustacchione: il suo plan, per quanto rischioso, è perfetto. Kanit si trova chipleader a 4 left, con Kornut rimasto 11 BB e gli altri due che tutto vorrebbero fuorché uscire prima dello short. Decide quindi di 3-bet callare fuori posizione con una mano speculativa e su flop 8-A-8 chiama la c-bet dell'original raiser per poi combinarla al river. Agli occhi di Bertilsson il range di bluff percepito è praticamente inesistente, ecco allora che il player svedese cerca di studiare le reazioni fisiche del suo avversario.
Musta, da professionista navigato, non batte ciglio e continua a respirare normalmente, atteggiamento che dopo diversi secondi di riflessione induce il suo opponent al fold con la mano migliore. E' questo l'unico modo per risultare convincenti? Probabilmente in questo spot si, ma non in generale come dimostra Scott Seiver.
La giocata del pro americano, almeno dal punto di vista tecnico, è decisamente meno convincente di quella illustrata in precedenza. Dopo aver ricevuto il call di Renkenmeier da BB sulla sua apertura, c-betta flop e shova al turn su un board molto connesso come 4-Q-2-J con tre carte a fiori. Il caso vuole che il giocatore tedesco abbia deciso di 'trappare' Seiver con gli Assi proprio su una texture di questo tipo: come convincerlo a passare la mano migliore in questo caso? Probabilmente silenzio e immobilità non porterebbero al risultato auspicato, perciò è il momento di inventarsi qualcosa.
Seiver comincia a parlare, mostrandosi molto sicuro e spigliato, ma soprattutto lanciando un messaggio molto chiaro all'avversario: una sola coppia, anche una overpair come gli Assi, potrebbe non bastare. Renkenmeier svela addirittura le sue carte e Scott pare non curarsene, salvo poi dichiarare "ora è il momento di star zitti" e assumere la sua classica posizione di attesa. Sarà per l'importanza del torneo o per il payout estremamente verticale, ma sia che Scott abbia un punto chiuso che un draw, il rischio di un eventuale call pare davvero un azzardo, ed infatti Tobias opta per il fold. Ecco quindi due situazioni nella quali immobilità e overconfidence, entrambe valide opzioni in caso di bluff, avrebbero portato a risultati diversi in contesti differenti ma che, grazie alla grande abilità dei protagonisti, hanno permesso loro di effettuare una gran giocata. Siete d'accordo?