Game, set and match: Doyle Brunson sconfigge il cancro un'altra volta!



Doyle Brunson
, per gli appassionati Texas Dolly, sta al mondo del poker come Pelé al calcio. Una leggenda vivente alla quale è difficile non rimanere affezionati nonostante il passare del tempo. 
Il buon Doyle è ormai lontano dai riflettori del poker che 'conta', tuttavia il suo personaggio continua ad essere una presenza costante nell'ambiente, sia per la sua attività 'social' che per qualche partita high stakes dalle parti di Vegas e dintorni. Proprio attraverso il suo canale preferenziale, Twitter, la scorsa settimana Brunson ha annuciato di aver sconfitto nuovamente il cancro.

La sua battaglia con il tumore è cominciata nel lontano 1962, quando i medici ne scoprirono uno al collo qualche mese dopo aver ricevuto la notizia della gravidanza dalla moglie. Nonostante le possibilità di sopravvivenza fossero ridotte al lumicino, Doyle promise a se stesso di rimanere in vita almeno fino al momento in cui avrebbe potuto vedere sua figlia venire alla luce. L'operazione fu un successo e oltre ogni aspettativa riuscì non solo a vederla nascere ma a continuare una vita normale e diventare quel campione che noi tutti conosciamo. 
 
Tuttavia la lotta contro il male più grave del XX secolo è continuata negli anni, mettendolo in diverse occasioni faccia a faccia con il proprio destino.  Proprio lo scorso anno Brunson vinse la sua ennesima battaglia contro il tumore, un melanoma, anche se le sue condizioni di salute rimasero precarie. Uno come lui però, che nella vita ne ha viste di tutti i colori, non si arrende così facilmente ed ecco che proprio una decina di giorni fa è arrivato l'annuncio di una nuova 'vittoria'.  
L'intervento chirurgico per debellare il carcinoma squamoso è stato un successo e 'Texas Dolly' non ha perso occasione per 'braggare' l'ennesimo successo. Molto più che un High Roller o un braccialetto WSOP.: Doyle Brunson ha avuto la meglio su quel tumore che non gli dava pace. A noi non resta che farli i migliori auguri di una pronta guarigione, perché ancora oggi il poker ha bisogno di uno come lui. Well played Doyle!
 

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