
Eccoci alla seconda parte di questo speciale dedicato a Davidi Kitai. Vi abbiamo lasciato con una chiamata spettacolare su una triple-barrel in bluff con Queen High, nel corso della fare three-handed del torneo NLH $3.000 svoltosi alle WSOP 2015. Il malcapitato di turno, Anthony Ruberto, trovava l'eliminazione qualche mano dopo lasciando l'incombenza di sfidare Kitai al giovane Gordon Vayo.
Lo statunitense, con circa un milione di dollari di vincite maturate in carriera, prova a contenere la strabiliante performance dell'avversario, che non perde occasione per dimostrare la sua superiorità al tavolo. Come in questo caso.
Siamo alla fase heads-up e Vayo flatta 10♦ 8♠ da bottone, trovando il raise di Kitai con Q♠ J♠ a 190.000 a cui segue il call quasi istantaneo. Sul flop, 7♥ 9♦ 9♥, Kitai spara la prima. Puntata chiamata dall'avversario con una cosiddetta open-handed-straight-draw, ovvero un progetto di scala bilaterale. Una bet in questo caso è quanto di più standard si possa vedere: Q-J è una mano che può migliorare nelle street successive, non si danno troppe indicazioni sul valore reale e si potrebbe comunque vincere il piatto già al flop.
L'A♦ al turn complica un pochino le cose. Kitai insiste nella sua linea facendo una puntata piccolissima, appena un quarto del piatto, forte del suo range percepito. L'asso infatti è un ottima carta in quanto rientra perfettamente nel suo range oltre ad aprire un draw a quadri che per quanto improbabile deve esser tenuto in considerazione dall'avversario. Il secondo call in questo caso è più facile del primo, dato che rilanciare sarebbe troppo rischioso vista la situazione sul board.
Il river è un 5♣, quasi una blank se si esclude il draw a scala con 8-6. Kitai checka, in quanto puntare fuori posizione dopo due call consecutivi senza alcun valore in mano viene sconsigliato perfino dai medici. Vayo però, dopo un'azione passiva tira fuori la testa proprio al river, puntando circa mezzo pot. Quale mano sta cercando di rappresentare con una bet di questo tipo?
A ben guardare nel suo range ci sono pochissimi Assi e, nel caso in cui ce ne fosse qualcuno, sarebbe probabilmente più indicato checkare dietro dopo l'aggressione subita al flop. Rimangono invece tanti draw non chiusi, sia a scala che a colore, mani che probabilmente chiamano o addirittura rilanciano in una delle due strade precedenti. Un nove non è da escludere ma anche in questo caso sarebbe difficile che si limitasse soltanto al call vista la pericolosa insidia rappresentata dai draw. Per contro una mano come K carta alta checkerebbe dietro avendo un minimo valore di showdown. Quindi cosa punta Vayo al river? Diciamo quasi sempre bluff. Ecco perché il buon Davidino opta per il call regalandoci un'altra perla di poker giocato.
Ecco il video dell'action in questione: