Il Main Event WSOP è alle porte: ecco un breve excursus sul torneo più ambito al mondo!



Manca davvero poco allo 'Shuffle up and Deal' dell'evento pokeristico più atteso dell'anno: il Main Event delle World Series of Poker. Già, il torneo più lungo, intenso, tecnico e allo stesso tempo 'facile' – almeno a detta di tanti professionisti – che si trovi in circolazione. 
Lo start è previsto per il 9 luglio e i più bravi, o fortunati, resteranno a darsi battaglia per ben dieci giorni prima dell'ufficializzazione del Final Table, in programma come di consueto a novembre. Con l'attesa che si taglia a fette andiamo a ripercorrere brevemente la storia di quello che per molti giocatori è da considerarsi l'equivalente della Coppa del Mondo di calcio. 
Fino ad oggi sono state disputate 46 edizioni del 'Big One', a cominciare dal lontano 1970 nel quale presero parte solamente 7 player. In quell'occasione, come in altre due – 1971 e 1974 – fu Johnny 'The Grand Old Man of Poker' Moss a fregiarsi del titolo di campione. Tuttavia la prima fu anche l'unica edizione senaza un premio in denaro in palio: a partire dall'anno successivo infatti, venne fissato un buy-in di 10.000$, cifra che è rimasta tale fino ai giorni nostri. 
Dopo l'exploit di Moss, nel 1972 arrivò la vittoria di Thomas Preston, meglio noto con il nome di 'Amarillo Slim', un'altra leggenda del poker, alla quale seguì l'intremontabile Doyle Brunson, capace di mettere la firma su due edizioni consecutive: nel 1976 e nel 1977
 
Un'impresa non da poco nonostante il field ridotto, bissata da quel giocatore che ancora oggi tanti 'colleghi' definiscono il miglior pokerista della storia: Stu Ungar. 'The Kid' trionfò nelle edizioni del 1980 e 1981, centrando un clamoroso' triplete' nel 1997, stavolta di fronte ad un field ben più numeroso con 312 entries
Il 1987 e il 1988 furono gli anni in cui Johnny Chan ripete l'impresa dei suoi predecessori, dimostrando a tutti la sua abilità al tavolo – qualcuno di voi ricorderà il mitico heads-up contro Erik Seidel finito addirittura nel film "The Rounders" – , al quale fece eco un'altra leggenda vivente del poker mondiale: Phil Hellmuth, vincitore del titolo WSOP nel 1989. 
Come tanti appassionati sapranno, la vera svolta arrivò nel 2003 con la vittoria di Chris Moneymaker, qualificatosi grazie ad un satellite online da 82$. Dall'anno successivo in poi il Main Event triplicò improvvisamente il numero di partecipanti, con conseguente aumento del premio riservato al vincitore. Via quindi agli anni d'oro del torneo più ambito al mondo, che fa registrare il record di presenze – ancora imbattuto – nel 2006, anno in cui Jamie Gold intasca la bellezza di 12 milioni (e spicci) di dollari. 
Da quel momento in poi le iscrizioni non scenderanno mai sotto le  6.000 unità, con un picco significativo nel 2010, anno in cui l'Italia riesce finalmente ad avere il primo portabandiera al tavolo finale: Filippo Candio, che chiuderà in quarta posizione eliminato dallo statunitense Joseph Cheong.  Per vedere un'altra prima moneta a 7 zeri occorre attendere il 2014, edizione dove Martin Jacobson si aggiudica dieci milioni tondi tondi, mentre per ritrovare un italiano tra i November Nine, beh...Federico Butteroni vi dice qualcosa? 
Insomma, a quasi 50 anni dalla sua prima volta, il Main Event ritorna ad infiammare i sogni degli appassionati di Texas Hold'em. Riusciremo per il secondo anno consecutivo ad avere un italiano tra i nove giocatori che torneranno a novembre a contendersi il braccialetto? 
 

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