
The King is back: fate largo a sua maestà Phil Ivey. Il campione più apprezzato dell'ultimo decennio e tornato all'azione alle World Series Of Poker dopo un'assenza prolungata dalla luce dei riflettori. Problemi personali, mancanza di stimoli per giocare tornei con un buy-in pari tavolta a meno di un big blind rispetto al livello con il quale è abituato a confrontarsi e addirittura qualche 'rumors' sul fatto che fosse andato in bancarotta.
La sua assenza all'High Roller da 111.111$ (vinto da quel fenomeno di Fedor Holz) ha fatto pensare ai più che anche quest'anno il buon 'polarizing' avesse deciso di disertare l'appuntamento più atteso dagli appasionati di poker in ogni angolo del pianeta. E invece eccolo seduto in mezzo a tanti comuni mortali per diventare uno dei nove finalisti pronti a darsi battaglia per il braccialetto dei braccialetti.
Ivey d'altronde ci è andato piuttosto vicino nella sua sfolgorante carriera: nel 2003 venne eliminato ad un passo dal final table per mano di un certo Chris Moneymaker complice una bad beat. Un evento che come ben sappiamo ha spianato la strada al primo vincitore della storia qualificatosi grazie ad un satellite online. La gloria del tavolo finale è solamente rimandata di qualche anno, precisamente al 2009, quando chiuse in settima posizione per 1.4 milioni di dollari.
La sua presenza al Main Event è un valore aggiunto per un torneo che già di per sé non ha bisogno di presentazioni. Perché migliaia di amatori attendono con trepidazione il momento in cui siederanno al tavolo con qualche celebrità. Per far tesoro della loro competenza, per misurarsi con il loro talento o più semplicmente per raccontarlo, un giorno, ai nipotini.
Ed è proprio questo il bello del poker, dove in modo estremamente democratico ognuno riceve lo stesso stack di partenza e può legittimanete ambire a vincere il torneo, a prescindere dalle sue presunte o oggettive abilità. Sono proprio persone come Ivey, Negreanu, Hellmuth e chi più ne ha più ne metta a rendere magica l'atmosfera del Main Event WSOP.
Ricordate lo show, proprio di Negreanu, nella scorsa edizione? Una deep-run terminata sfortunatamente in 11° posizione, nonostante tutti si fossero augurati di ritrovare 'Danielino' a novembre. Perché con uno come lui lo spettacolo è assicurato e tutto il movimento pokeristico non può che trarne beneficio.
Ecco quindi che l'entrata, nel corso del Day1 C, del 'Tiger Woods' del poker, è stata accolta con grande entusiasmo dai tanti sostenitori accorsi al Rio per l'occasione. Phil rappresenta il presente, il passato e forse il futuro del poker, motivo per cui non ci vergognamo a sbilanciarci in sentimentalismi: bentornato Phil, ci sei mancato!