Perché all’inizio vincevi e ora no?

 

L’eterna convinzione che spinge il giocatore alle prime armi ad essere convinto che esista una sola tattica per raggiungere il successo, è l’idea che un coach di poker dovrebbe estirpare dal proprio allievo fin dalle prime sessioni. 
Ci sono tantissimi esempi di giocatori che partono con il piede giusto e che, a causa dell’imprinting totalmente sbagliato che ricevono proprio grazie ai primi successi, si fossilizzano nell’idea che quello e quello soltanto sia il modo corretto per affrontare la propria carriera pokeristica. 
Non è quasi mai così.
La prima vittoria, il primo piazzamento importante colto sulle ali dell’entusiasmo iniziale, sono spesso figli di una maggiora attenzione a accortezza alle dinamiche che si susseguono durante il gioco.
Essa, l’attenzione, piano piano diventerà sempre inferiore, fatto questo che capita in misura inconsapevole e che viene sostituita via via con la falsa certezza di imparare ogni giorno di più e, soprattutto, con quella sicurezza di affrontare le sessioni pensando che siano esclusivamente le nostre capacità sempre maggiori a darci il risultato positivo a tutti i costi. 
In realtà questo è giusto solo in parte: ogni giorno che passa a lavorare sulla tecnica pokeristica, è un giorno buttato se lo si fa senza immettere nel nostro gioco anche la giusta, massima, concentrazione.
Quante volte avete sentito dei giocatori esperti prendersela con il proprio avversario che ha fatto una chiamata opinabile, oppure avercela con la sfortuna, quella sfortuna che un tempo non aveva e che gli permetteva di mettere sul piatto solo la sua abilità e quante volte voi stessi lo avete fatto? 
Non è questo l’approccio giusto, mai; mano a mano che si va avanti con i propri tornei, o con le proprie sessioni cash game, è necessario non dimenticarsi mai di mantenere altissimo il focus che ci ha portato delle piccole soddisfazioni. 
Pensate ad una long run in un torneo importante e pensate a quanta attenzione maggiore mettete nelle vostre decisioni che spostano magari un piazzamento tra i primissimi del chipcount. 
E ora fatevi questa domanda: perché quella concentrazione non deve essere tale in ogni situazione? 
A voi la risposta… 
 

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