Gli inventori del poker? I persiani!



In parecchi hanno provato a capire le origini del poker e tutt’oggi non è ancora chiara la provenienza del gioco che tutti noi consideriamo il più affascinante del mondo.
La più interessante e suggestiva di queste teorie è senza dubbio quella che di solito è anche la più “battuta” tra gli studiosi che hanno provato a imbattersi in questo tipo di ricerca e fa riferimento a un gioco piuttosto diffuso nell’antica Persia
Tramandato di generazione in generazione, il gioco fu insegnato dai marinai persiani ai loro colleghi americani di New Orleans, laddove cominciarono a prendere piede alcune varianti del “poque”(termine di origine francese che significa inganno, ingannare), a sua volta ereditato da quello tedesco “pochen”. 
Fu in America che il poker cominciò ad avere un discreto successo e la formula più giocata era quella che più assomiglia a quello che si gioca ai giorni nostri, anche se il mazzo di carte era molto meno numeroso (sole 20 carte) e le combinazioni di punteggi sulle quali si scommettevano le puntate dei giocatori, erano diverse e di numero, anche qui, molto inferiori.  
Il gioco del poker divenne conosciutissimo quando, all’inizio del 18° secolo cominciò a spostarsi sulle rive del Mississippi ed è qui che vanno ricercate le prime varianti che fanno riferimento al poker con le sole due carte private. 
Se l’origine del poker è difficile da scovare negli Stati Uniti, ancor più difficoltoso è provare a capire in quale Paese europeo esso possa avere mosso i primissimi passi. 
Germania e Francia si contendono la paternità del gioco, anche se è da far risalire ai giorni nostri l’approdo del Texas Hold’Em.
Ancora più recente l’arrivo del poker in Italia, anche se si deve ai nostri avi l’invenzione del poker a 5 carte, fantastica variante che i nostri nonni e i nostri padri ci hanno tramandato contagiando il nostro amore per la “cadillac del poker”, il Texas Hold’Em
 

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