
Vi abbiamo parlato qualche giorno fa dell’origine del Poker, trattando essa in maniera piuttosto generale, intanto per non annoiarvi e poi perché le notizie sono davvero frammentarie e le fonti non sempre certe.
In alcune occasioni abbiamo anche toccato l’argomento “poker in rosa”, dandovi spesso notizie dell’universo femminile che si avvicina al mondo del poker.
Unendo i tratti dei due capoversi precedenti, la memoria dei più attenti non può non fare riferimento a una donna che nell’immaginario degli studiosi di questo gioco deve per forza avere fatto breccia.
Stiamo parlando di “Poker Alice”, una delle donne più incredibili e coraggiose la cui storia si fonde tra leggenda e realtà.
Durante il caro e vecchio west, dipinto magnificamente dai nostri registi a partire dalla metà degli anni 70, Alice, il cui cognome si è perso negli annali, o forse lei stessa ha tenuto a tenere segreto, si trasferisce nel Colorado dall’Inghilterra.
Intorno al 1860 decise di sposare un signorotto locale, dedito al gioco del poker, un ingegnere minerario che bazzicava da anni nei saloon del tempo dove non si presentava mai senza la sua signora.
“Poker Alice”, affascinata da tutte quelle sfaccettature che così incautamente il suo compagno le fece conoscere, assistette alla morte del marito ancora giovane e decise di buttarsi nel meraviglioso mondo dell’azzardo, cosa assolutamente deplorevole per una donna a quei tempi.
Il fatto è che, poco prima della fine della storica “corsa all’oro”, racimolò una fortuna, qualcosa come $5.000 che all’epoca erano una somma inestimabile.
Durante la sua vita spericolata, Alice aprì un locale che venne ricordato da tutti come una specie di mix tra un bordello e un e una sala da gioco e sparò a due uomini, uno dei quali morì.
Stanca di cotanta avventura, decise di andare a passare gli ultimi anni della sua vita a New York, dove smise di giocare a poker e si dedicò a più tranquille lezioni di gioco (si, esattamente, una sorta di coaching), alle dame che venivano a casa sua a prendere il tè…
Morì senza avere dei nuovi mariti, o almeno così ci riportano le cronache, ma a noi piace pensare che l’unico compagno avuto dopo la morte del suo ingegnere, fu il nostro e il suo, caro vecchio poker.