
La Global Poker League, di cui abbiamo parlato in diverse occasioni nei mesi precedenti, prosegue senza sosta pur non avendo riscosso il successo che il suo fondatore, Alex Dreyfus, si sarebbe aspettato.
Nonostante l'idea di mettere a confronto i migliori giocatori al mondo potesse essere una trovata intelligente, slegare il poker dal lato economico ha fatto sì che l'interesse, sia da parte dei giocatori che degli appassionati, non abbia raggiunto le vette sperate. Ci sono però diversi lati positivi da prendere in considerazione, uno su tutti la possibilità di entrare nella testa dei campioni più celebrati e carpire i loro thinking process.
Uno dei giocatori più forti al mondo, Davidi Kitai, ha collaborato alla realizzazione di un video nel quale commenta in modo dettagliato ogni singola scelta effettuata nel corso di un Sit&Go 6-max, valevole per il ranking della Global Poker League. Abbiamo colto l'occasione per estrapolare alcuni spot interessanti con l'intento di mostrarvi la raffinatezza di pensiero del campione belga. Siete pronti a vestire i panni di un pro? Ecco la prima mano.
Ci troviamo in fase 5-handed (stack 27.350) con blind 150-300, ante 30, e rilanciamo 775 con Q♥ Q♦ da UTG, trovando solamente un call da parte del big blind, in questo caso Walter Treccarichi (stack 31,250), che difende con 2♣ 2♠. "Quando apro da late position cerco sempre di fare delle size più corpose – spiega Kitai – per non invogliare il bottone al call ma per giocare eventualmente lo spot in posizione contro il big blind, che tenderà a difendere il buio come in questa occasione.
Il flop si presenta così, 4♦ 10♥ 4♥, e Kitai opta per una continuation bet da 855 chip: "Il flop è ideale per c-bettare, nel suo range di call ci sono molti più 10 che 4 quindi provo a prendere valore puntando una size di poco inferiore alla metà del pot, per invogliare al call anche i draw e mani come Ace high o King high."
Treccarichi chiama la bet e al turn arriva un altro 4 ♣: "Dopo il check di Walter potrei checkare dietro. Con l'apertura da UTG posso rappresentare benissimo una overpair e una second barrel renderebbe il mio range face-up, mentre checkando riuscirei a tener dentro tutta la porzione di range che passerebbe su una puntata. Tuttavia a certi livelli potrei risultare face-up anche con un check, quindi opto per una overbet: se facessi half-pot e venissi chiamato sarebbe molto difficile estrarre valore al river con una terza barrel, con l'overbet invece polarizzo il mio range e confondo maggiormente le idee al mio avversario, che potrebbe addirittura chiamare con Ace high dato che la mia mossa risulta un po' forzata e può essere fatta con una ampia porzione di bluff-range."
Forte dell'immagine aggressiva e dell'azione polarizzata Kitai punta 4.888 su piatto da 3.560: "Farebbe un'enorme difficoltà a passare un 10 in questo spot e non escludo che in alcuni casi possa addirittura rilanciare in bluff." Nonostante gli stack molto profondi Treccarichi sceglie di passare e credere all'action di Kitai.
Ad ogni modo questo spot spiega in modo esauriente come, quando e perché optare per una overbet, mossa non proprio standard agli occhi dei più, piuttosto che scegliere una size meno corposa che darebbe troppe informazioni al nostro avversario.