
Era il 1998 quando il regista John Dahl dava alla luce quel film che passerà alla storia come il migliore nel suo genere. Parliamo ovviamente di 'Rounders', considerato ancora oggi il film sul poker per eccellenza. Eppure ne è passata di acqua sotto i ponti da quel giorno, specialmente per quanto riguarda il mondo delle due carte.
Quando Mike e Teddy KGB si fronteggiavano in heads-up il Texas Hold'em era ben lontano da quel l'industria complessa che oggi tutti conosciamo. L'avvento dell'online, la diffusione mediatica degli eventi e perché no, anche gli scandali come il 'black friday' che nel bene o nel male hanno dato risalto ad un fenomeno di massa crescente, erano cose sconosciute allora.
In tanti, da buoni appassionati del giochino, abbiamo cercato in lungo e in largo un film che potesse perlomeno competere col grande colosso di Dahl, sempre con scarsi risultati. Ciò che occorre chiedersi dunque è se non sia l'oggetto stesso della ricerca ad essere sbagliato. Il poker ha cambiato pelle rispetto ai primi anni del nuovo millennio e lo ha fatto in tutte le sue sfaccettature, assumendo una forma diversa rispetto alla classica immagine della bisca fumosa in qualche angolo malfamato della città.
Oggigiorno il poker è azione, dinamismo, competizione, studio, fatica, racchiuse in un numero di ore difficile da quantificare per ogni singolo giocatore. Vivere di poker significa tante cose, dal mantenere il proprio lavoro garantendosi un'entrata extra con l'online al dedicarsi completamente alla causa e prender parte ai maggiori tornei live in giro per il mondo.
E se la storia è diversa, probabilmente deve cambiare anche il modo di raccontarla. Ecco perché ci sentiamo di consigliarvi un film sul poker rimasto un po' sottotraccia negli ultimi anni, specialmente in Italia dato che non è disponibile una versione sottotitolata, che a suo modo rende piuttosto bene l'idea di cosa sia il poker ai giorni nostri.
Il regista Brian Firpo, recentemente impegnato alla realizzazione di una serie TV sul poker intitolata 'Let's go stack some donks', ha scelto una narrazione frammentaria, quasi volesse assecondare anche attraverso la sua pellicola quell'intima realtà che caratterizza il poker attuale. Tre storie raccontate in parallelo con protagonisti ben noti al grande pubblico (perlomeno in ambito pokeristico) come Tony Dunst, Danielle Andersen, e Martin Bradstreet.
Il pezzo forte del film, uscito nel 2013, consiste nella semplicità con la quale viene spiegata una realtà profondamente complessa. Come nella scena in cui i professionisti Phil Galfond, Dani Stern, Justin Bonomo e Vanessa Selbst analizzano una mano giocata come se si stessero rivolgendo ad un giocatore che ha appena imparato le regole.
Il docu-film di Firpo non sarà certamanete l'antagonista di 'Rounders' ma di fatto, non ambisce nemmeno ad esserlo. Si pone totalmente su un altro piano, probabilmente meno romanzesco ma sicuramente vivido ed esplicativo di un mondo, o più in generale un modo di vedere la realtà, che ancora non viene ben compreso da chi non conosce il gioco. Ecco la versione integrale di 'Bet Raise Fold' in lingua originale, buona visione: