
C’è una piccola parentesi da aprire sulle notizie che sono arrivate fino ai nostri giorni riguardanti la vita di Johnny Moss così come su quella di un poker che non esiste più ormai da decenni.
Vi abbiamo scritto delle lunghissime partite di Heads-Up tra Moss e Nick “The Greek” Dandolos, al termine delle quali si racconta di un leggendario sbilanciamento a favore del primo di un paio di milioni di dollari.
Ma è andata veramente così?
Il conosciutissimo e stimato cronista di cose pokeristiche, Steve Fischer, racconta in più di un’occasione che il proprietario del “Horseshoe” Benny Binion, all’epoca in cui si sarebbero dovute giocare queste partite fiume tra i nostri due eroi, era alle prese con gli ultimi mesi della sua estradizione per reati commessi in Texas e per questo motivo non avrebbe potuto organizzare quelle partite.
Inoltre nessuno dei tre protagonisti ha mai confermato la versione descritta, adducendo motivazioni di carattere “mnemonico”, nel senso che tutti hanno sempre tirato in ballo un tempo troppo lontano per ricordarsi una storia di questo tipo.
Diciamo che in questi casi entrano in gioco dinamiche come la signorilità tra avversari che all’epoca era visibile a tutti, figlia di un’epoca che non esiste più.
A noi piace pensare che qualcosa di vero ci sia, ma è giusto che i segreti muoiano, leggasi siano morti, con i protagonisti.
Avevamo accennato alla prima edizione delle WSOP vinta proprio da Moss, anche se con una formula lontanissima e assolutamente diversa rispetto all’evento milionario che si disputa al giorno d’oggi.
Pensate che furono in sette a giocare una partita di cash game organizzata nel 1970 da Jack Binion al “Horseshoe”: una maratona di alcuni giorni che non ebbe un vero e proprio vincitore monetario, ma che alla fine fu riconosciuto unanimemente tramite votazione degli avversari, tra cui Doyle Brunson e Amarillo Slim, i quali riconobbero come Johnny Moss il vincitore del primo Main Event WSOP della storia, una volta che la partita si sciolse.
Moss vinse il Main WSOP altre due volte, esattamente nel 1971 e nel 1974, portando a casa anche altri 6 braccialetti in altrettante specialità di cui l’ultima, nel 1988, che gli valse il record (ancora oggi imbattuto), di giocatore più anziano, 81 anni, ad aver vinto un evento alle World Series Of Poker.
Nato nel 1907 e scomparso nel 1995 a 88 anni, Moss acquistò il titolo di “Grande Vecchio del poker”, visto che chiuse la sua vita all’interno dei Casinò di Sin City dagli anni 70 fino alla sua dipartita, lasciando un grandissimo vuoto nel momento della sua morte.
Partecipò a tutti gli eventi WSOP dall’anno della loro creazione, dal 1970 al 1994 fino a quando ebbe la forza di uscire di casa e recarsi al Casino e ancora oggi, con 9 braccialetti vinti, rimane uno dei giocatori più vincenti dell’intera storia delle WSOP.
Sembrano passati secoli da quell’epoca intrisa di gentiluomini che si rispettavano a vicenda e che tenevano in considerazione quella che era l’etica della vittoria e, soprattutto, della sconfitta.
Uomini che si alzavano dal tavolo quando sapevano di doverlo fare e riconoscevano la sconfitta senza se e senza ma, pronti comunque a dare battaglia alla prima occasione.
L’ultimo riconoscimento assegnato a Johnny Moss fu l’inserimento per acclamazione nella “Hall Of Fame” del poker quando correva l’anno 1979, quando il poker cominciava a muovere i primi passi per provare a diventare ad essere quel fenomeno di massa che oggi conosciamo tutti.