Erik Seidel, l’“Assassino silenzioso”.



Nella storia del giornalismo pokeristico è davvero difficile trovare un caso analogo a quello di Erik Seidel, roccioso e fastidiosissimo (per i suoi avversari) giocatore che calca le scene più importanti del poker mondiale da ormai 30 anni
Nato a New York 57 anni fa, Seidel si è guadagnato il rispetto di tutti al tavolo e ha raggiunto vincite live per un totale di oltre $26.000.000, ma ha una caratteristica tutta particolare: quella di non voler apparire. 
 
Le luci del palcoscenico non gli appartengono, è sempre stato lontano dagli scandali e, soprattutto, non è mai andato a cercare gloria attraverso media, blog, interviste e quant’altro, tanto da guadagnarsi, secondo la rivista online “beatthefish.com”, il soprannome di “assassino silenzioso”.
 
Al pari di tantissimi altri giocatori, come il più famoso e chiacchierato Gus Hansen, Seidel ha cominciato la sua carriera di giocatore con lo studio approfondito del backgammon, gioco molto più difficile di quello che universalmente si possa pensare e molto meno influenzato dalla fortuna nonostante il necessario utilizzo dei dadi.
 
La laurea appena conseguita gli permette di entrare in una ditta di trading all’inizio degli anni 80, ma alcune disavventure portano al fallimento della società e Seidel decide che è il momento di cambiare totalmente vita e, anche grazie ad alcune frequentazioni del Mayfair Club dove si giocava un po’ a qualunque cosa, conosce il poker, del quale diviene innamorato giocatore a partire dal 1985. 
 
Passano tre anni e l’americano decide di provare la carta WSOP dove prova a qualificarsi giocando ben 9 satelliti da $1.000 ciascuno, tutti quanti andati in fumo. 
Ma tra le caratteristiche di Erik non manca di certo la perseveranza ed ecco che decide di iscriversi al Main Event coprendo interamente la somma di $10.000 con i suoi risparmi. 
 
Il Main è per lui un crescendo di piatti vinti e colpi portati a casa, tanto che chiude al secondo posto dietro Jhonny Chan, vincitore anche nel 1987
Questo risultato gli frutta un cameo nel film “Rounders” e soprattutto la bella cifra da $280.000, cifra che gli permette di cominciare a giocare con una certa frequenza e, soprattutto, tranquillità.
 
Da quel momento Seidel non sbaglia praticamente un colpo e rimane sulla cresta dell’onda fino ai giorni nostri, dimostrando a tutti che la vecchia scuola può ancora dire la sua, tanto che in uno storico heads up, mette sotto la stella nascente del poker mondiale Dzmitry Urbanovich al super High Roller da $100.000 dell’EPT di Montecarlo 2015, quando, alcune chiamate incredibili lo rimettono al centro dell’attenzione. 
 
Come al solito… silenziosamente.    
 

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