
Una delle caratteristiche del poker moderno è senza dubbio la velocità con cui le dinamiche tattico-strategiche influenzano il modo di comportarsi ai tavoli da gioco, siano essi live oppure online.
In più di un’occasione abbiamo trattato l’argomento facendo riferimento, ad esempio, al mutamento delle size di apertura, uno dei parametri che più fanno da volano per la comprensione di quanto il gioco sia in continua evoluzione.
Erano gli anni immediatamente successivi all’ "effetto Moneymaker”, quando l’apertura da qualsivoglia posizione faceva riferimento ad un semplice “per tre”, per poi passare dopo la prima decade del nuovo millennio ad un più ragionato moltiplicatore “2,5x”, per poi assestarsi negli ultimi anni tra l’ormai collaudato click raise, il semplice raddoppio del big blind e il 2,3x.
Ma il cambiamento così vorticoso del nostro gioco preferito si intravede in tutta un’altra serie di circostanze, come ad esempio i rapporti pubblici tra i giocatori.
In tutto questo ha un ruolo fondamentale l’uso sempre più assiduo dei social network che varia rispetto alla posizione geografica dalla quale arrivano i vari messaggi dei players.
Senza dubbio il mondo anglosassone ha adottato con molta più dimestichezza, Twitter, 140 caratteri per una comunicazione veloce, leggera, perentoria e diretta.
Daniel Negreanu, Doug Polk, Kitty Kuo e, tra i nostri, Max Pescatori, fanno parte di quei giocatori che “cinguettano” con più frequenza e, se a quelli appena citati c’è poco o nulla da rimproverare, altri postano i loro messaggi non sempre nel modo più signorile possibile.
È di pochi giorni fa la notizia di un Jason Mercier al vetriolo che ha ricordato pubblicamente a Brandon Cantu una pendenza nei suoi confronti di oltre 250.000 dollari, alla quale è seguita l’accusa del suo debitore di non essersi comportato nel migliore dei modi per aver reso pubblico questo ”buffo”.
Lo stesso Mercier non è nuovo a questo tipo di rivelazioni (ricorderete tutti la querelle con Vanessa Selbst per una prop bet nata sotto i fumi dell’alcool).
In Italia Twitter è molto meno usato, i regular nostrani preferiscono un veicolo meno sbrigativo, un po’ più analitico, Facebook, per postare mani, dire la propria, commentare le notizie portate alla luce sui portali.
Questa mancanza di sintesi porta a tutta una serie di pro e ad altrettanti contro: si può spiegare con un certo approfondimento il proprio pensiero, ma allo stesso tempo si rischia in qualche caso di risultare prolissi o di farsi attaccare in più punti.
E poi c’è Twitch, la neonata internet-tv che si è posta recentemente alla ribalta e che si propone senza nascondersi come la televisione del futuro, presa d’assalto dai giocatori di tutto il mondo per svelare le proprie sessioni in diretta mondiale, magari con qualche minuto di delay.
E poi ci sono i giocatori silenziosi, quelli che preferiscono semplicemente giocare e parlano molto raramente di sè stessi. Mustapha Kanit e Dario Sammartino sono senza dubbio tra questi.
E voi, una volta raggiunta la celebrità, come pensate di usare i social network???