Una delle pessime abitudini dei pokeristi, ma talvolta inevitabile, è il 'whine', ovvero la lamentela.
Quante volte un amico vi ha raccontato che gli hanno scoppiato A-A con 7-9 off a un passo dai premi? E che nessuno 'runna' male come lui, nonostante giochi benissimo? Bene, cercate di stare alla larga da lui e dai suoi piagnistei.
A parte le battute, uno studio condotto dalla Stanford University ha evidenziato come ascoltare le lamentele per 30 minuti al giorno, di fatto, nuoce al cervello.
I contenuti negativi, infatti, causerebbero uno 'spegnimento' dei neuroni, rendendoli inattivi.
Conoscendo bene le dinamiche del poker (e i pokeristi), dunque, siamo tutti più o meno a rischio.
Le vibrazioni emesse da colui che si lamenta – questo spiega 'Il Fatto Quotidiano' – emettono onde magnetiche sui neuroni dell'ippocampo del ricevente, di fatto spegnendoli.
Quei neuroni, che solitamente invece ci aiutano nella risoluzione dei problemi, vanno in modalità 'off' perché il cervello, spiazzato, cataloga i 'whine' come contenuti di basso livello.
La cosa pericolosa, inoltre, è che stare vicini a persone negative, come quelle descritte a inizio articolo, porta a un'imitazione del loro comportamento, perciò rischiamo di divenire lamentosi anche noi.
Dal momento che la varianza, dunque, fa parte del poker al pari di altri fattori, è bene imparare a convivere con 'lei' e cercare il modo di affrontarla, magari migliorando la nostra tecnica, appunto 'spremendo' i neuroni per inventarci una soluzione, piuttosto che ascoltare chi si lamenta e, dopo, fare lo stesso.