Non è un periodo particolarmente fortunato per Macao, laggiù in Oriente, infatti, stanno vivendo una crisi che pare senza fine.
Le cause vanno ricercate lontano nel tempo e se i numeri adesso non quadrano è perché il governo cinese, da un paio d'anni, ha iniziato un'intensa lotta contro la corruzione e il riciclaggio, pratiche comuni fino a poco fa nell'ex colonia portoghese.
Sono state tagliate le gambe, dunque, anche ai 'junket', ovvero coloro che concedevano il denaro (tanto) alle 'balene' cinesi per sedersi ai tavoli high stakes dei lussuosi casinò. Quel denaro che i businessman, di fatto, non potevano esportare dalla Cina per i loro costosi sedentari passatempi.
Tutto ciò, quindi, ha fatto segnare un deciso calo delle revenues lorde, diminuite addirittura del 34,5% nello scorso mese di giugno rispetto ai numeri fatti registrare dodici mesi fa.
Macao è arrivata così al quattordicesimo mese consecutivo di flessione, con un drastico -48,6% (picco negativo) raggiunto a febbraio 2015.
Nonostante misure di austerity per quanto concerne la spesa pubblica, continuano imperterriti a sorgere nuovi resort e casinò con investimenti privati: a maggio c'ha pensato la Galaxy Entertainment con l'inaugurazione di due case da gioco, in autunno sarà la volta dello Studio City (nella foto sotto il modello costruito coi mattoncini Lego) da parte della Melco Crown Entertainment (investimento pari a 3,2 milioni di dollari americani).
E non è finita qui, infatti nel 2016 dovrebbero aprire anche il Wynn Resort Cotai Strip (marzo) e il Sands China's Parisian (estate).
Chi di economia se ne intende sostiene che il trend negativo sia tutt'altro che fase di arresto, ma l'ottimismo deriva da un aumento potenziale dei visitatori, che potrebbero arrivare a Macao attratti dalle sirene dei nuovi casinò, per i quali le inaugurazioni saranno dei veri e propri eventi da non perdere...