Arrivano i test antidroga nel poker: "Un modo per dare credibilità al gioco"



Test antidroga sui poker player? Molto più che una semplice ipotesi...

Dopo l'annuncio dell'imminente arrivo della Global Poker League, la lega professionistica che proverà a modificare il mondo del poker nel tentativo di coinvolgere maggiormente il grande pubblico trasformandolo in uno sport di intrattenimento, circola con maggiore insistenza la possibilità dell'introduzione di drug-test e alcohol-test prima delle partite.
Già, perché se veramente la missione di Dreyfus & co. riuscisse ad equiparare la GPL ad un qualsiasi altro e-sport, la necessità di aggiungere dei criteri di sicurezza a tutela di uno spettacolo 'pulito', con milioni di spettatori e appassionati pronti ad ammirare le gesta dei protagonisti, diventerebbe imprescindibile.

I controlli dovrebbero essere effettuati in maniera totalmente casuale, proprio come avviene negli altri sport, senza alcun tipo di preavviso. Tale misura darebbe lustro e credibilità al prodotto attirando maggiormente gli sponsor, il vero 'Sacro Graal' che fa muovere l'economia e che, a partire dal 'Black Friday', ha diminuito notevolmente la mole di investimenti nel settore.

Nei piani di Dreyfus le sponsorship saranno fondamentali a garantire un adeguato numero di ricavi da redistribuire a seconda delle esigenze, non ultima quella di generare un prizepool allettante per i player nei vari tornei. All'interno della GPL infatti i giocatori verrano regolarmente messi sotto contratto e retribuiti dai rispettivi team, disputando una serie di tornei senza alcun buy-in: da qui la necessità di creare un montepremi per non snaturare l'essenza stessa del poker.

I player che ambiscono a rimanere in questo universo e fare nel gioco un'autentica professione dovranno essere a tutti gli effetti degli 'sportivi' impeccabili. Meno vizi e cattive abitudini insomma: prima di presentare il gioco alle masse è necessario ripulirne l'immagine a partire proprio da alcune 'policy' di sicurezza. Non è semplice proporre un prodotto al grande pubblico come sano intrattenimento dopo che per decenni è stato associato a scantinati fumosi e illegalità.

Il poker giocato, con i vari tornei in giro per il mondo che raggiungono prizepool da capogiro non sparirà dalla circolazione. Semplicemente ai giocatori verra proposta una scelta: sposare la via del professionismo garantendosi un'entrata sicura con la possibilità di aumentare i propri guadagni grazie alle vittorie e ai diritti di immagine o continuare a giocare liberamente senza prestare attenzione agli eventuali eccessi?

Al momento non si ha ancora un'idea chiara di ciò che sarà il poker nei prossimi anni, ma se il sogno di Dreyfus si avverasse la GPL potrebbe diventare il nuovo eldorado per i professional poker player. Basti pensare che le finali NBA sono state viste da oltre 17 milioni di spettatori: e se accadesse la stessa cosa con il nostro amato giochino?

 

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