
Da Berlino a Malta, l'azione ai tavoli negli ultimi tempi non è certo mancata.
I tornei scorrono veloci come sempre, uno dopo l'altro, apparentemente uguali a se stessi ma tutti a loro modo differenti, soprattutto nella sostanza. Tuttavia chi cerca qualcosa di nuovo nell'universo del poker internazionale starà sicuramente guardando con rinnovato interesse a quel che sarà la prossima Global Poker League, ovvero il campionato di poker sportivo ideato da Alex Dreyfus.
Per sondare un po' il terreno e capire cosa ne pensano i protagonisti della scena mondiale abbiamo chiesto un'opinione a Dan Smith e Liv Boeree: il primo protagonista della Global Poker Masters lo scorso anno e la seconda una tra le giocatrici più amate per talento, bellezza e impegno nel sociale attraverso l'iniziativa R.E.G.
Alla domanda su come reputino questa novità, le reazioni sono state differenti. Liv ha subito esaltato l'iniziativa, sottolineando come sia da considerarsi brillante sotto diversi punti di vista: "Chiunque sia dotato di buon intelletto avrà sicuramente apprezzato la nascita della GPL. E' necessario che l'industria del poker si rinnovi per scongiurare il rischio di fossilizzarsi offrendo sempre lo stesso prodotto. E' molto importante tenere alto l'interesse della gente e creare uno show sportivo penso sia la direzione giusta da prendere."
A fronte dell'entusiasmo espresso dalla Boeree, Dan Smith preferisce andarci più cauto: "L'idea ha sicuramente del potenziale e il progetto non è malvagio, ma bisogna attendere i primi risultati per poter fare una stima. Potrebbe sicuramente rivelarsi una mossa azzeccata ma a mio avviso la mancanza, o comunque la scarsità di soldi in ballo, costituirà un deterrente per molti giocatori e in un certo senso il gioco stesso verrà snaturato. Senza andare troppo lontano, quando mi trovo a partecipare ad un side event passo gran parte del tempo con lo smartphone in mano, mentre se ci sono centomila dollari sul piatto non sto certo a perdere tempo col telefonino ma seguo il flow della partita con la massima attenzione nel tentativo di carpire più informazioni possibili dai miei avversari."

Ma se per Dan Smith soldi e poker sono due cose inscindibili a certi livellii, per la Boeree è possibile trovare le giuste motivazioni anche a cifre più basse: "Personalmente se facessi parte di un Team le motivazioni sarebbero fortissime dato che in ballo c'è la mia reputazione. Stare fronte alle telecamere, con la consapevolezza di essere osservati da migliaia di persone, mi metterebbe sicuramente sotto pressione, forse anche più di quanto non accadrebbe giocando un torneo importante ma senza i riflettori puntati addosso."
Insomma, due punti di vista differenti accomunati da un pizzico di curiosità: avrà ragione la bella Liv o come predice Dan Smith il gioco non sarà così accattivante come quello a cui siamo abituati?