Difficile valutare bene quello che Federico Butteroni ha fatto a Las Vegas.
Il professionista capitolino ha chiuso sì il Main Event all'ottavo posto per 1.097.056$, superando lo statunitense Patrick Chan, ma di fatto il suo tavolo finale non è mai decollato.
Ha resistito tre ore, foldando una quantità esagerata di trash hand e provando a spingere in quei rari spot in cui ne ha avuto occasione.
Parliamoci chiaro. Che sarebbe stata complessa tutti lo sapevano, ma effettivamente se il nostro avesse trovato un double-up nelle fasi iniziali non avrebbe avuto difficoltà a giocarsela in un tavolo non complicatissimo. Così però non è stato.
Federico è uscito quando ha spillato il primo asso in quaranta mani. Apre Joe McKeehen, Butteroni decide di metterle dentro tutte (poche) con A-J e arriva puntuale il call dell'avversario con A-K suited. Nessun aiuto dal board e il sogno finisce.
L'azzurro è stato condannato da quel McKeehen che stanotte si è laureato campione del mondo, di fatto dominando in lungo e in largo i tre giorni di final table.
L'azzurro è stato condannato da quel McKeehen che stanotte si è laureato campione del mondo, di fatto dominando in lungo e in largo i tre giorni di final table.
Sono state necessarie infatti appena 184 mani per capire a chi sarebbe andato il braccialetto, un record.
In heads-up Joe ha facilmente e velocemente (12 mani) regolato Joshua Beckley: quest'ultimo le ha messe dentro con 4-4, ha trovato lo snap-call del chipleader con A-10 e un dieci al flop ha chiuso i giochi.
Merita una menzione anche il 61enne Neil Blumenfield, che si è battuto come un ragazzino sorprendendo chi si aspettava da parte sua un poker più conservativo.
Il suo atteggiamento gli ha permesso di chiudere al terzo posto, ottenendo così un premio monetario di 3.398.298 dollari.
Tornando a Butteroni, nelle varie interviste rilasciate ha dichiarato di essere soddisfatto di quanto fatto e che, per i prossimi mesi, metterà da parte il poker per concedersi del meritato relax.
Non ha escluso di trasferirsi definitivamente a Las Vegas, per dedicarsi a tempo pieno al cash game e ai tornei dal vivo, in un luogo dove l'offerta è amplissima ogni giorno dell'anno.
