
Dopo una tre giorni al cardiopalma è giunto il momento di tirare le somme: a prescindere dai risultati ottenuti chi ha interpretato meglio il final table tra i nove superstiti? Andiamo insieme a scoprirlo!
Federico Butteroni: s.v.
Il nostro Federico ha tenuto botta finché ha potuto, cercando di centellinare uno stack piuttosto esiguo, ma i suoi sforzi non sono stati sufficienti a scalare qualche posizione. Le carte non hanno sorriso al player romano, specialmente nello spot decisivo contro il chip leader McKeehen. Viene davvero difficile giudicare la prestazione del nostro portacolori, perché a conti fatti non è stato in condizione di esprimere alcun tipo di gioco. L'unico rammarico, se proprio si vuole andar a cercare il pelo nell'uovo, riguarda la possibilità, dopo l'eliminazione di Chan, di pushare con un range più largo nel tentativo di sfruttare la posizione e quel briciolo di fold equity rimasta. A CARTE VISTE l'occasione si è presentata nella mano in cui Stern e Blumenfield si facevano la guerra con 8 – 2 e 9 – 2, due combinazioni che di certo avrebbero passato su un eventuale all-in di Butteroni, ma da dietro la scrivania son tutti bravi a giudicare. Siamo sicuri che se avesse visto le carte di Mckeehen forse staremo parlando di qualcos'altro in queste righe......in ogni caso credo tutta l’Italia debba complimentarsi con Federico per l’eccezionale risultato raggiunto e ringraziarlo per averci regalato un sogno!! GG!!!
Patrick Chan: 4
Quattro mesi di attesa, tanta preparazione alle spalle e il sogno di un braccialetto che per quanto irraggiungibile è proprio là a portata di mano. Patrick Chan fa una scelta, quella di giocarsi il tutto per tutto alla prima occasione disponibile, perché con il suo stack il double up è essenziale. Tuttavia uscire alla seconda mano con K-Q, in guerra di bui contro il chipleader, sapendo di trovare con buone probabilità un Asso non è il massimo della vita. Non sarebbe stata una cattiva idea attendere qualche minuto e mandare i resti prendendo l'inziativa: in un final table come questo il detto 'sarà per la prossima volta' non funziona più di tanto...
Zvi Stern: 4,5
Certo, la fortuna non è stata dalla parte del player israeliano, ma partire da secondo in chip e chiudere quinto dopo essersi fatto 'palleggiare' in diverse occasioni dall'amatore Blumenfield non è certo una nota di merito. Stern ha provato a sfruttare la sua imprevedibilità ma il risultato è stato al di sotto delle aspettative. Dulcis in fundo il push con 10-9 suited contro Beckley era probabilmente evitabile, coppia d'Assi dell'avversario a parte.
Pierre Neuville: 6
Voto d'ufficio per questo simpatico amatore belga: da lui non ci si aspettava nulla più di quanto non avesse già fatto, perché la vera vittoria per il settantaduenne Neuville era già arrivata quattro mesi fa. Le due posizioni scalate gli regalano altri 200,000$ - un bottino più che soddisfacente - e pazienza se non è arrivato il botto finale.
Max Steinberg: 6,5
L'unico giocatore al tavolo ad aver già vinto un braccialetto, uno stack di partenza discreto e un buon intuito pokeristico. Eppure nonostante il buon gioco espresso l'unica qualità cristallina emersa è stata la 'turbochiappa' che ha attivato nella mano decisiva contro Cannuli, dopo un repush con 10 – 10 se non altro discutibile considerata la posta in palio. Scoppio a parte, ha fatto le mosse giuste al momento giusto e questo rimane un dato di fatto. Promosso.
Thomas Cannuli: 7,5
Giovanissimo, preparato, determinato e...sfortunato. L'avventura di Cannuli si conclude in modo brusco, per colpa di un cooler pazzesco nel momento in cui un double-up avrebbe potuto seriamente rimetterlo in corsa per il titolo. A livello mentale era probabilmente l'unico in grado di tener testa a Joe Mckeehen, un peccato finire così ma siamo sicuri che sentiremo parlare ancora di lui.
Josh Beckley: 8
Bravo e fortunato, il buon Josh ha raggiunto il risultato migliore in un final table che ha avuto un solo padrone, dalla prima all'ultima mano. Dieta vegana, yoga e meditazione – come dichiarato dallo stesso Beckley in un'intervista alla ESPN – a quanto pare hanno dato i loro frutti, che tradotti in dollari corrispondono a circa quattro milioni e mezzo. Secondo voi ne è valsa la pena?
Neil Blumenfield: 8,5
Voto altissimo per l'amatore e produttore di birra residente a San Francisco. Un personaggio originale, al quale era difficile non affezionarsi seguendo l'azione al tavolo, a cominciare dal suo look. Il terzo posto raggiunto equivale ad un braccialetto, perché il coraggio mostrato nel corso dei tre Day non è da tutti giorni. Come sottolineato dai commentatori è stato il giocatore in grado di migliorarsi più di tutti gli altri rispetto a quanto visto quattro mesi fa. Neil ci teneva tantissimo ad arrivare in fondo e la standing ovation al momento della sua eliminazione è la prova di quanto fosse riuscito a trasmettere questa sensazione a tutti i presenti.
Joe Mckeehen: 10
Si, ok troppo facile prendere il massimo dei voti partendo con quel vantaggio in chip direte voi...il poker però non è una scienza esatta e i tornei vanno vinti sia con l'aiuto della fortuna che a prescindere da essa. Mckeehen è stato semplicemente impeccabile, ha impostato una strategia aggressiva sin da subito e ha tenuto il torneo in pugno per tre giorni consecutivi senza mai mollare la presa per un istante. Imperturbabile, tenace, cattivo quanto basta e di poche parole, ma in fondo era tutto ciò che serviva per portarsi a casa 'The Big One', il torneo dei tornei, il resto sono solo chiacchiere.