IL SEGRETO DEL POKER PER DOMINIK NITSCHE E SAM TRICKETT: FORTUNA E SPIRITO DI ADATTAMENTO

Ci si arrovella spesso su quali siano le migliori strategie nei tornei di poker per arrivare alla vittoria. Possiamo trovare decide e decine di articoli in rete che offrono consigli su come conviene giocare ai tavoli durante gli MTT, fornendo utili indicazioni sulle mosse che conviene fare e gli errori che è meglio evitare. Eppure malgrado tutto questo, non c'è una formula matematica che possa garantire di vincere. E forse è proprio questo il bello del gioco.

 

 

C'è poi qualcuno che pensa addirittura che sia la fortuna a farla da padrona (e non parliamo di un omino qualsiasi appena arrivato, ma del quattro volte campione WSOP Dominik Nitsche), o che a tutti gli effetti l'unico consiglio che si può dare è quello di sapersi adattare al tavolo e agli avversari (anche in questo caso a parlare è uno dei giocatori più vincenti al mondo come Sam Trickett).

 

Nei tornei è tutta questione di fortuna

 

Partiamo subito da quella che è stata una dichiarazione che ovviamente ha fatto molto discutere, specie perchè proveniente da un giocatore molto apprezzato e tecnico che come detto vanta ben 4 braccialetti WSOP.

 

"So che molti non saranno concordi, ma di fatto nei tornei è tutta questione di fortuna e altri fattori che non sono sotto il nostro controllo. Ma forse si prende il poker troppo seriamente..."

 

Parole di Domink Nitsche, giovane player tedesco con quasi 20 milioni di vincite in tornei live. Non proprio il primo che passa quindi.

 

Vincere i tornei di poker quindi è tutta una questione di fortuna? Premesso che ovviamente per vincere un qualunque gioco dove c'è di mezzo una propabilità statistica è necessaria anche una certa dose di fortuna, ma probabilmente quello che intendeva in fondo Dominik era anche altro.

 

Intanto parliamo di un giocatore che ha lavorato tantissimo sulla sua tecnica e sulla matematica del gioco, per cui sa benissimo quanto sia importante dedicare allo studio una buona parte del tempo quando si vuole migliorare il proprio gioco.

 

Il problema nasce appunto quando ai tornei maggiori ci si trova spesso contro avversari altrettanto bravi, altrettanto preparati e con più o meno le stesse conoscenze di strategia del gioco. Ecco, in quel caso l'applicazione delle parole di Domink è molto più semplice, perchè risulta evidente che in un singolo torneo sarà sempre qual particolare colpo fortunato o quella situazione favorevole particolare a spostare l'esito finale.

 

Ci vuole fortuna a vincere 4 braccialetti WSOP? Certo, tantissima direi. Ma senza la preparazione precedente non sarebbe mai bastata a ottenere risultati con costanza. Su una cosa però ha certamente ragione, bisogna prendere tutto un po' più alla leggera e soprattutto, divertirsi prima di ogni altra cosa.

 

Sapersi adattare è la cosa più importante

 

E ha una risposta diversa dal solito a come fare per vincere i tornei di poker, anche Sam Trickett. Anche qua parliamo di un giocatore che ha messo in saccoccia oltre 20 milioni di dollari in tornei live, per cui c'è da credere alle sue parole.

 

Che riguardano soprattutto l'acceso dibattito che sta prendendo corpo tra i PPP, ovvero l'eterno dilemma tra GTO o strategia exlploitativa come migliore strategia possibile.

 

Sam non ha dubbi a riguardo, preferendo di gran lunga sapersi adattare agli avversari al tavolo di volta in volta, invece di pensare a una mossa universalmente valida in termini di matematica.

 

Utilizzare i propri sensi per fare delle scelte, invece che la pura matematica, sembra un azzardo nel mondo del poker professionistico, eppure Sam assicura che è la strada migliore per avere un qualche vantaggio.

 

Persino le strategie di push or fold secondo Sam non sono da affidare solo alla pura matematica, ma anche e soprattutto alla valutazione migliore degli avversari che abbiamo al tavolo, adattandosi di conseguenza.

 

Ma vale per tutte le altre infinite possibilità che si aprono durante una partita, per cui diventa in pratica impossibile spiegare quale sia la migliore strategia perchè semplicemente non esiste. O meglio, è continuamente fluida rispetto a come ci si può adattare agli avversari.

 

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