Mike Postle non ci sta: contrattacco con richiesta di 330 milioni!

Non sembra riuscire a chiudersi uno dei casi giudiziari più importanti e scabrosi della storia recente del poker. Stiamo parlando della diatriba che vede come protagonista principale Mike Postle. Il giocatore occasionale di cash game ha messo a segno una partita molto vicina alla perfezione, al tavolo della Stones Gambling Hall di Sacramento. Sappiamo già tutto per filo e per segno su come sono andate le cose, fin dai primi tentativi di far notare l’imbroglio di Postle.

 

 

Finché non si è giunti alle prime accuse vere e proprie, con una class action condotta dal noto avvocato “Mac” Verstading. Poi si è passati al processo, che tra la fine del 2019 e l’inizio di quest’anno ha vissuto diversi momenti contraddittori. Finché non si è arrivati a un clamoroso patteggiamento che ha portato Mike Postle a pagare cifre ridicole, ferme restando le motivazioni non dimostrate e dimostrabili da parte dei suoi più agguerriti accusatori, tra cui Marle Cordeiro.

 

Ma ora siamo pronti a vivere un nuovo capitolo di questa assurda storia. Mike Postle è pronto a far partire una causa per diffamazione, nei confronti di tutti quelli che lo hanno accusato senza avere prove concrete per le loro accuse. E tra questi spiccano personaggi di grande tradizione e di grande livello nel mondo del poker. Ma a far balzare dalla sedia è la richiesta complessiva di risarcimento danni, che ammonta a ben 330 milioni di dollari!

 

Tra i personaggi finiti nel mirino di Postle ci sono davvero dei mostri sacri del poker. Da Daniel Negreanu a Joey Ingram, da Phil Galfond a Jonathan Little, passando per Doug Polk, ovvero uno che sguazza sempre quando c’è da allestire dei flame sul mondo del poker. Tutti loro sono accusati di essersi scagliati contro Mike Postle fin dall’inizio di questa assurda vicenda, ovvero quando c’erano dei sospetti ma non potevano esserci prove.

 

E le accuse che il giocatore occasionale è pronto a rivolgere nei confronti dei suoi detrattori sono davvero tante. Si parla di diffamazione sia scritta che parlata, diffamazione commerciale, calunnia, interferenza in possibili vantaggi sul piano lavorativo, concorrenza sleale e danni morali inflitti in maniera intenzionale. Ma c’è di più, visto che Mike Postle fa capire che questa causa potrebbe essere estesa a più persone.

 

Nel suo annuncio dell’avvio delle pratiche legali, infatti, il grande indiziato del processo partito un anno fa ha usato la frase “does 1 through 1000”. Il che vuol dire che la lista delle persone tirate in ballo potrebbe estendersi sempre di più. Tanto che nel frattempo, oltre ai soggetti sopra citati, sono finiti nel mirino di Postle anche alcuni media di grande spessore, come ESPN. Ma Mike dovrà fare attenzione: se le sue accuse dovessero rivelarsi infondate, sarebbe ancora una volta lui a finire alla sbarra.

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