
Molti giocatori giustificano i loro call più al limite rifacendosi al concetto di odds implicite. A volte si tratta di un’affermazione legittima, altre meno. Vediamo come capirlo.
Odds Dirette e Odds Implicite
Quando si subisce una puntata, si sta ricevendo un certo prezzo per avere la possibilità di vincere il piatto.
Supponiamo che il proprio avversario punti 100€ su un piatto da 100€: in questo caso si dovrebbero investire 100€ nella speranza di vincere i 200€ nel piatto.
La matematica in questo caso è molto chiara: ci si può “permettere” di perdere 2 volte per ogni volta in cui si vince, ovvero si stanno ricevendo odds dirette di 2-a-1 per il call. In altre parole, il call è corretto fintanto che ci si aspetti di vincere almeno il 33% delle volte.
Se si è al river, l’unico modo per valutare la correttezza del call è tramite una stima del range di bet dell’avversario: si può chiamare fintanto che ci si aspetta di battere almeno il 33% delle sue mani.
Al flop o al turn capita invece a volte di ritrovarsi con un progetto. In questo caso si ha probabilmente la mano peggiore, ma si ha comunque una certa quantità di equity per migliorarla e (probabilmente) vincere allo showdown.
Se ad esempio al turn si ha un progetto a colore e il proprio avversario punta una size pari al piatto, si stanno sempre ricevendo odds di 2-a-1 ma la propria equity ammonta “soltanto” al 18%. Da un punto di vista matematico il call sarebbe corretto solo se ci si aspettasse di vincere il pot almeno il 33% delle volte, significa quindi che il call è sempre sbagliato? Non necessariamente.
È qui che entra in gioco il concetto di Odds Implicite. In realtà il call al turn non preclude ulteriore azione al river, quindi nel caso in cui si dovesse centrare il proprio progetto la speranza è quella di vincere un piatto molto più grande di quello generato sul turn.
Tornando all’esempio precedente, chiamando una puntata di 100€ su un piatto da 100€ al turn, non ci si aspetta di vincere solo 200€ ma perlomeno un’altra puntata al river. Se si pensa che il proprio avversario andrà a puntare mezzo piatto al river, l’investimento di 100€ al turn avrebbe un ritorno potenziale di almeno 350€ (il pot al turn più una bet di metà piatto al river). In questo caso, il call al turn con solo il 18% di equity sarebbe comunque giustificato.
Quando le Odds Implicite sono buone e quando no
Le Implied Odds non sono sempre uguali e possono variare a seconda del board, del tipo di avversario e dall’history.
Anche la posizione gioca un ruolo importante: quando ci si trova fuori posizione è più difficile manipolare la dimensione del piatto e vi è sempre il rischio che il proprio avversario faccia check back. Per questo motivo le Odds Implicite tendono ad essere molto più alte quando si ha il vantaggio posizionale.
Non tutti i progetti hanno la stessa quantità di Implied Odds. Nello specifico, più la propria mano risulterà ovvia una volta concretizzata, più sarà difficile convincere il proprio avversario ad aggiungere altre chips al piatto. Quando si chiude un progetto a colore che era presente sul board sin dal flop, sarà difficile farsi pagare dal proprio avversario. Una scala nascosta o un progetto backdoor avranno invece di solito una quantità Implied Odds migliori.
Il proprio avversario gioca anch’egli un ruolo di primo piano. Se si ha a che fare con un giocatore tight e passivo sarà difficile ingrossare il piatto a priori, mentre se si ha a che fare con un giocatore maniac le Odds Implicite quando si centra una buona mano saranno sempre molto alte.
Occhio ai giocatori corti: il massimo che possono investire nel piatto è il loro stack, pertanto non offrono solitamente buone Implied Odds.
Una buona conoscenza del concetto di Odds Implicite è essenziale per prendere decisioni corrette al tavolo e queste vanno sempre valutate in modo oggettivo. I fattori da considerare sono diversi, ma con l’abitudine diventa un processo piuttosto naturale.