Coach o autodidatta?

Che tu sia un giocatore alle prime armi, o una persona che gioca da parecchio tempo, la domanda che ti porrai sempre e comunque sarà in ogni caso la medesima per tutta la tua carriera di grinder: ho bisogno di un coach per aumentare le mie qualità al tavolo?  

Ho necessità di un aiuto per vincere e diventare un giocatore vincente? 

 

 

Prima riuscirete a rispondere con estrema sincerità a questo quesito e meno tempo e soldi perderete al tavolo facendo mosse a caso.  

 

Ci sono molti modi per imparare a giocare a poker con l’aiuto di qualcuno o di qualcosa.  

A parte il coaching tradizionale, quello per intenderci che annovera un allenatore a cui mandare le proprie mani di fine sessione per analizzarle insieme, l’altro canale più battuto dai giocatori meno esperti, è quello dei siti, forum e portali del settore, dai quali, talvolta gratis, talvolta a pagamento, si possono ottenere informazioni davvero preziose. 

 

Molto spesso il giocatore medio tende a dare troppa importanza alla sfortuna, dando ad essa le maggiori responsabilità dei propri continui insuccessi. 

 

La verità, seppur duro da ammettere, è che dopo un periodo di continue insoddisfazioni pokeristiche, sarebbe meglio cercare di capire cosa non va nel proprio gioco, correggere gli errori con l’aiuto di chi ne capisce più di noi e sbattere la testa giorno dopo giorno, ora dopo ora, lavorare sui propri leak, sui propri difetti, eliminarli e di lì a poco le soddisfazioni non dovrebbero tardare ad arrivare. 

 

La domanda immediatamente successiva è la seguente: fino a quando e fino a che modo è corretto seguire i consigli del proprio coach?  

La risposta più corretta sarebbe quella di seguire delle lezioni fino a quando non ci sentiamo pronti per volare da soli, ma è giusto snaturare il proprio gioco per dare retta ciecamente gli insegnamenti? 

 

Questa domanda, invece, dovrebbe essere affrontata dallo stesso coach che, se capace, dovrà mantenere inalterate le caratteristiche di base del proprio allievo, in modo da frenarne eventuali velleità iper aggressive o, al contrario, incoraggiare le parti del gioco in cui l’estrema timidezza la fa da padrone.  

 

In estrema sintesi non abbiate paura di riconoscere i vostri errori, un aiuto, se offerto da giocatori seri, non va mai escluso a priori.  

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