
Sembra che tutti i pokeristi, chi più chi meno, abbiano un passato interessante e allo stesso tempo curioso da raccontare.
Se ora 'rischiano' col le carte, prima lo hanno fatto davvero, magari con la vita.
Phil Laak - recentemente protagonista del programma 'Pokerography' di Poker Central - ha detto di aver rischiato di morire quando era più giovane, lavorando come 'repo man': doveva recuperare dai cattivi pagatori i beni acquistati a rate, impresa non sempre facilissima.
“Il 12° giorno di lavoro, io e un collega, trovammo un furgoncino davanti casa di questa persona. L'uomo uscì di casa, ubriaco, con un fucile e ruppe con il calcio dell'arma il finestrino, con noi già dentro. Al mio collega puntò la canna alla testa, riuscimmo a scappare ma, chiaramente, ero spaventatissimo. Mi disse che cose del genere accadevano un paio di volte al mese..."
Messa da parte quest'avventura lavorativa, Laak inizia a darci dentro seriamente col poker, mettendosi in luce sia nei tornei che nel cash game dal vivo.
Negli anni è diventato famoso anche per il suo look, con l'immancabile felpa e gli occhiali da sole.
“Allora giocavamo in card room non certo di lusso, non c'erano lampadari. Usavano una lampadina appesa al muro, la luce era fortissima e mi dava fastidio agli occhi. E' così che ho cominciato a indossare gli occhiali”.
Poco diversa la 'storia' della felpa di Phil.
“Ho frequentato molto una poker room di New York in cui c'era il sistema centralizzato, a volte faceva così caldo che era necessario aprire una finestra per stare meglio. Ho così iniziato a mettere la felpa col cappuccio per difendermi dalle correnti e dagli sbalzi di temperatura...”.
Non c'entra nulla, quindi, la volontà di non dare tell agli avversari.