I più grandi presidenti USA giocavano a poker! 3/3



Eccoci con l’ultima parte del trittico che abbiamo voluto riservare ai Presidenti degli Stati Uniti che più hanno dimostrato un interesse particolare verso il poker. 
Oggi parleremo dei capi di stato americani che, probabilmente, una fetta maggiore dei giocatori nostrani conoscono, anche perché hanno occupato la Casa Bianca abbastanza recentemente… 
Non solo… L’ultimo della lista è piuttosto “attuale”. 
 
DWIGHT D. EISENHOWER (1953-1961, Republican)
 
Tra i Presidenti che, da giovani, non hanno mai calcato le scene della politica statunitense, ma si sono fatti strada a colpi di promozioni durante la loro carriera militare, c’è senza dubbio Dwight Eisenhower, valoroso comandante delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale. 
 
Il 34° Presidente imparò a giocare a poker in Texas, per poi affinare le proprie tecniche di gioco durante la sua formazione a West Point dove ha sede l’Accademia Militare Federale dell’esercito degli USA e metterle in pratica anche durante la sua gloriosa carriera militare.
La nobiltà d’animo di Eisenhower si manifesta in un episodio capitato proprio durante la campagna europea nella seconda guerra mondiale, quando, dopo aver capito che un suo commilitone avrebbe avuto delle grosse difficoltà a ripianare i propri debiti di gioco, si mise d’accordo con gli altri partecipanti alle partite di Stud e, tutti insieme, fecero si che il giocatore perdente, ignaro di tutto, riuscisse a recuperare la somma debitoria. 
 
Più avanti negli anni, il presidente dichiarò che una tra le cose più difficili è quella di far vincere qualcuno a poker e, proprio durante gli ultimi mesi guerra, decise di smorzare la sua passione per il gioco. 
 
RICHARD NIXON (1969-1974, Republican)
 
Ma il Presidente che più di tutti amava il poker in maniera viscerale, fu senza dubbio Nixon che si innamorò della disciplina fin da piccolo, quando, a una lezione, un suo professore disse a tutta la classe che un 
Presidente degli Stati Uniti non può diventare tale se non è un vincente a poker.
 
La frase risuonò talmente tanto nella testa di Nixon, che, durante la seconda Guerra Mondiale in cui prestava servizio come caporale della Marina vinse $10.000, tutti utilizzati per finanziare la sua prima campagna congressuale. 
 
Raccontava spesso di avere chiuso una scala reale durante una partita di five-card stud e molti suoi colleghi giurano di averlo visto bluffare contro un tenente comandante con una coppia di 2 e un piatto di $1.500.
 
BARACK OBAMA (2008-present, Democrat)
 
 
Più che una passione un passatempo, invece, quella dell’attuale inquilino della White House.
Per Obama il poker è sempre stato, o almeno lo fu all’inizio della sua carriera politica, uno strumento, un mezzo per dare il via a quelle relazioni personali che lo hanno aiutato ad avere un luminoso cammino fino alla sua nomina massima. 
 
Quando diventò senatore, infatti, il giovane Barack organizzava frequentemente delle partite di poker che non per forza annoveravano tra i protagonisti soli esponenti democratici e comunque le puntate erano davvero minime, si parla di bottini serali che non superavano i 100 dollari.
 
Un collega storico di Obama ha dichiarato che l’attuale Presidente è sempre stato un giocatore molto tight e questo gli ha permesso di mettere a segno alcuni bluff supportati dalla sua monumentale faccia da poker. 
 
Durante il suo doppio mandato non ci sono state moltissime occasioni per vedere all’opera l’Obama pokerista, ma lui stesso ha dichiarato di portare sempre con sé una chip molto fortunata che gli fu regalata da un elettore durante la campagna del  2007
 

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