Mani storiche – A lezione di hero-call da Davidi Kitai



Eccoci quest'oggi ad analizzare un'altra mano che difficilmente sarà passata inosservata agli appassionati di Texas Hold'em. Una giocata sensazionale fatta in un momento molto importante: siamo all'heads-up finale dell'EPT di Berlino del 2012 e i protagonisti dell'action sono Davidi Kitai e Andrew Chen.
Il player canadese ha un leggero vantaggio in chip sul belga e apre da bottone con 4♥ 2♥ a 360.000 con circa 80 BB dietro: Kitai si limita al call con A♣ 3♣ e il flop recita 7♥ J♣ 5♠. La continuation bet di Chen non è quotata e arriva puntuale a 330.000 chip, circa mezzo pot, a cui segue il call quasi istantaneo dell'avversario.
In questo momento è ancora difficile per entrambi avere un'idea precisa del range di mani avversario. In una dinamica head-up un giocatore come Chen aprirà con la quasi totalità delle combinazioni a disposizione e c-betterà in altrettante occasioni, sia con un punto che con aria totale, specialmente su un flop così dry. Anche il call di Kitai è abbastanza scontato dal momento che può esser effettuato sia in floating, considerando gli stack molto profondi, sia con del valore e nel caso specifico Ace High potrebbe ancora essere la mano migliore.

Al turn si materializza un 9♠ ed entrambi optano per un check: mentre la 'bussata' di Kitai continua ad essere piuttosto standard, in quanto molte mani di valore preferiscono check-callare per tener dentro l'avversario, quella di Chen ha un significato diverso. Il canadese può ovviamente checkare dietro del valore per 'underappare', come si dice in gergo, una mano forte, inducendo l'opponent a 'speware' nella street successiva, ma tante altre volte questa mossa è un segno di resa.
Chen infatti tenderà a sparare una second-barrel con tutti i draw e tantissime mani di valore, mentre proverà a pot-controllare il middle-value. Questo almeno è ciò che si verifica in linea di massima, poiché nel testa a testa entrano in gioco diversi aspetti che esulano dalla norma, in particolare tra player di livello assoluto come i due in questione.

Detto ciò arriviamo al river, un 10♣. Questa carta chiude un ipotetico draw di scala che in base a quanto detto prima rientra più nel range di Kitai che in quello di Chen.
Il belga, consapevole della situazione decide di puntare circa un terzo pot, una giocata che lascia tanto spazio di manovra all'avversario, il quale potrebbe sia limitarsi a chiamare (laddove vi fossero i presupposti) che rilanciare, per valore o nel tentativo di trasformare la sua mano in bluff.
Chen sceglie proprio la seconda opzione e dopo un'accurata riflessione piazza un raise pari a tre volte l'importo della bet. Kitai, che non è certo alle prime armi, comincia a pensarci su: tutte le mani di valore, eccetto le scale e più raramente i set si sarebbero limitate al call. Il canadese quindi con il suo rilancio si polarizza su scala, con diverse combinazioni di 8 o addirittura con Q-8/K-Q, o su bluff, con aria totale o qualche draw mancato.

Certo, non bisogna mai escludere tutto il valore medio-basso che in virtù del board potrebbe indurre Chen a bluffare su questo spot, mentre sono davvero poche le combo di Assi che il belga può leggittimamente attribuirgli. Fatte queste considerazioni Kitai sa che deve essere buono almeno una volta su 4 per giustificare il call, dato che deve aggiungere un milione di chip su un piatto da 3.5 milioni, un elemento che al termine del suo ragionamento lo porterà a chiamare e aggiudicarsi il piatto.

Ecco la giocata sopraffina di Davidi Kitai all EPT di Berlino 2012:

https://www.youtube.com/watch?v=k--V2vghKqg

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