Se siete capitati sul nostro blog sicuramente avrete un po' di dimesticezza col Texas Hold'em. Come ben saprete i giocatori si dividono in varie categorie a seconda delle frequenze con le quali entrano in gioco, rilanciano, si limitano a chiamare e via dicendo.
La tipologia di giocatore che proveremo a inquadrare quest'oggi è sicuramente la preferita da chi gioca a poker per professione: parliamo dei player loose-passive, o se preferite le cosiddette calling-station.
Sono quelli che avrete sicuramente odiato al tavolo perché dopo avervi chiamato senza uno straccio di equity preflop e flop, continuano a mettere le chip in mezzo senza curarsi più di tanto dello stack management, per poi girare il punto nuts al river incastrato runner runner facendovi letteralmente impazzire.
Certo, non sempre le cose vanno a finire così e anzi, nella maggior parte dei casi questo atteggiamento si rivela essere deleterio, specialmente nel lungo periodo. Ma d'altronde poco importa all'amatore di turno che vuole semplicemente giocare la sua partita senza badare troppo a percentuali, pot odds e quant'altro.
Sostanzialmente al player loose-passive non piace 'gamblare' in senso stretto: non arriverà quasi mai a mettere tutte le chip in mezzo preflop ma si limiterà a chiamare una puntata fino all'ultima carta nel tentativo di realizzare la sua equity sebbene le possibilità di riuscita siano nettamente sfavorevoli rispetto all'importo da investire.
Un esempio? Trovarsi con gutshot - ovvero scala a incastro – e rimanere con sole 4 carte che regalano il punto nuts, salvo qualche runner runner flush o altre combinazioni come doppie e full house, ma ciononostante continuare a vedere puntate esorbitanti che in caso di non riuscita comprometterebbero seriamente la tournament life.
Ma se nell'online i loose-passive hanno davvero vita breve, nel live può accadere che l'esperienza al tavolo possa incidere maggiormente, trasformando questa tipologia di giocatori in potenziali pericoli a seconda dello stile prescelto.
Oltre a chiamare fuori odds il loose-passive ha anche un'altra caratteristica importante: tende a sopravvalutare la forza della propria mano. Capita quindi che si trovi a puntare forte convinto di avere un punto imbattibile, confondendo di conseguenza le idee al grinder di turno, il quale non trovando una soluzione logica allo spot arriverà a effettuare un hero-call perdente.
Un esempio perfetto di loose-passive è il proprietario del King's Casinò Leon Tsoukernik, che come abbiamo avuto modo di analizzare sia nei tornei che nelle partite cash game, non ha alcun timore a mettere le chip in mezzo...Oltre a ciò la sua particolarità è quella di giocare i draw in modo molto aggressivo: se su 3-bettato si trova con 4/5 di colore al flop con carte che rientrano pienamente nel range avversario la soluzione è una sola. All-in e che vinca il migliore, senza troppi fronzoli.
Insomma, come riuscire a massimizzare le proprie chance di vittoria contro questi giocatori? Sebbene l'imprevedibilità del gioco non garantisca affatto la certezza del risultato una cosa è sicura: contro questi player bluffare è altamente sconsigliato.
Se pensate di far foldare un giocatore loose-passive su board pairato dopo che vi ha chiamato per due strade con il suo draw nel tentativo di rappresentare trips o overpair scordatevelo. Il consiglio quindi è quello di giocare solo per valore, un poker semplice ma efficace. Inutile inalberarsi a fare ragionamenti sofisticati contro qualcuno che cerca solamente di pescare la sua carta. Esistono innumerevoli altre situazioni in cui poter fare maggior profitto piuttosto che incaponirsi contro un determinato giocatore che in fondo vuole solo godersi qualche oretta in compagnia.