Doug Polk hand analysis: Tom Dwan contro Phil Ivey, probabilmente il miglior bluff della storia!
Quando si parla di mostri sacri come Tom Dwan o Phil Ivey, sebbene negli ultimi anni non siano più sotto la luce dei riflettori, rimane comunque una sensazione di profondo rispetto per quanto entrambi sono stati capaci di fare nelle rispettive carriere.
La mano che andremo ad analizzare oggi sintentizza a grandi linee la sofisticatezza dei loro pensieri e potrebbe essere definita , senza esagerazioni, uno dei bluff meglio riusciti nella storia del poker in formato televisivo. Si perché entrambi sono riusciti, in ogni singola strada, a prendere la decisione migliore. Solamente un call al river avrebbe davvero fatto saltare dalla sedia i presenti, ma il buon Phil non aveva ancora affinato le sue doti telepatiche in quel non troppo lontano 2010.
Onde evitare di anticiparvi troppo in merito allo spot in questione, procediamo con ordine. Phil decide di aprire i giochi rilanciando 3.900$ con A♠ 9♦ quando i blind sono fissati a 400$/800$, chiama Elezra con A♣ 7♣, segue Ivey con A♦ 6♦ da bottone, si aggiunge Negreanu con J♣ 3♣ da small blind e Tom Dwan, dal grande buio, squeeza fino a 28.900$ con 9♠ 8♠. Chiama solo Ivey.
Il flop recita 10♦ Q♣ K♦ e Dwan spara la prima a 45.800$ e Ivey chiama: Tom c-betterebbe con tutto il suo range in questa situazione e il call da parte di Ivey pare quasi obbligatorio considerato il draw a quadri. Un raise sarebbe fuori luogo in quanto verrebbe chiamato soltanto da mani migliori, come un set di 10, Dame o Kappa, i quali sono perfettamente plausibili nel range di 3-bet di Dwan, oltre a prendere valore nel caso in cui riuscisse a chiudere il suo progetto.
Il 3♠ al turn è sostanzialmente una blank: Dwan continua sulla sua linea e mette 123.200$ sul piatto, Ivey ci pensa su ancora e chiama. In questo frangente il suo call non è più spiegabile soltanto in termini di odds, le quali sono plaesemente a suo sfavore, ma deve essere visto anche sotto un'altra luce. A tutti gli effetti, contro il range di Dwan, Ivey potrebbe avere ancora la mano migliore in quanto il suo squezze per essere bilanciato deve necessariamente contenere una porzione di bluff, come appunto alcune combo di suited connectors.
Al river casca un 6♣ che regala una coppia a Phil: Dwan persevera nella sua aggressione e punta 268.200$ su un piatto da circa 400.000$...parola a Ivey. Cosa fare in questo frangente? Chiamare o passare?
"Non immaginate nemmeno che mano possa avere, credetemi!" esclama nel bel mezzo del suo ragionamento. "Oh credimi, posso immaginare..." risponde Negreanu. Il tank continua finché Ivey esclama: "non è possibile che stia puntando nuovamente in bluff a questo punto e io batto veramente soltanto un bluff".
Già, un bluff, l'unica possibilità che Tom la stia combinando si riduce ad un lumicino mentre il piatto si avvicina ai 1.000 big blind. Il cuore e la pancia spingerebbero Ivey al call, ma la ragione lo frena e alla fine opta per un soffertissimo fold: chiamare, in questo caso, avrebbe avuto un qualcosa di soprannaturale e Phil, per quanto possa esser considerato un alieno in questo gioco, rimane ancora un terrestre.
Ecco la mano analizzata da Doug Polk, a patto che ve la caviate bene con l'inglese...
Quando si parla di mostri sacri come Tom Dwan o Phil Ivey, sebbene negli ultimi anni non siano più sotto la luce dei riflettori, rimane comunque una sensazione di profondo rispetto per quanto entrambi sono stati capaci di fare nelle rispettive carriere.
La mano che andremo ad analizzare oggi sintentizza a grandi linee la sofisticatezza dei loro pensieri e potrebbe essere definita , senza esagerazioni, uno dei bluff meglio riusciti nella storia del poker in formato televisivo. Si perché entrambi sono riusciti, in ogni singola strada, a prendere la decisione migliore. Solamente un call al river avrebbe davvero fatto saltare dalla sedia i presenti, ma il buon Phil non aveva ancora affinato le sue doti telepatiche in quel non troppo lontano 2010.
Onde evitare di anticiparvi troppo in merito allo spot in questione, procediamo con ordine. Phil decide di aprire i giochi rilanciando 3.900$ con A♠ 9♦ quando i blind sono fissati a 400$/800$, chiama Elezra con A♣ 7♣, segue Ivey con A♦ 6♦ da bottone, si aggiunge Negreanu con J♣ 3♣ da small blind e Tom Dwan, dal grande buio, squeeza fino a 28.900$ con 9♠ 8♠. Chiama solo Ivey.
Il flop recita 10♦ Q♣ K♦ e Dwan spara la prima a 45.800$ e Ivey chiama: Tom c-betterebbe con tutto il suo range in questa situazione e il call da parte di Ivey pare quasi obbligatorio considerato il draw a quadri. Un raise sarebbe fuori luogo in quanto verrebbe chiamato soltanto da mani migliori, come un set di 10, Dame o Kappa, i quali sono perfettamente plausibili nel range di 3-bet di Dwan, oltre a prendere valore nel caso in cui riuscisse a chiudere il suo progetto.
Il 3♠ al turn è sostanzialmente una blank: Dwan continua sulla sua linea e mette 123.200$ sul piatto, Ivey ci pensa su ancora e chiama. In questo frangente il suo call non è più spiegabile soltanto in termini di odds, le quali sono plaesemente a suo sfavore, ma deve essere visto anche sotto un'altra luce. A tutti gli effetti, contro il range di Dwan, Ivey potrebbe avere ancora la mano migliore in quanto il suo squezze per essere bilanciato deve necessariamente contenere una porzione di bluff, come appunto alcune combo di suited connectors.
Al river casca un 6♣ che regala una coppia a Phil: Dwan persevera nella sua aggressione e punta 268.200$ su un piatto da circa 400.000$...parola a Ivey. Cosa fare in questo frangente? Chiamare o passare?
"Non immaginate nemmeno che mano possa avere, credetemi!" esclama nel bel mezzo del suo ragionamento. "Oh credimi, posso immaginare..." risponde Negreanu. Il tank continua finché Ivey esclama: "non è possibile che stia puntando nuovamente in bluff a questo punto e io batto veramente soltanto un bluff".
Già, un bluff, l'unica possibilità che Tom la stia combinando si riduce ad un lumicino mentre il piatto si avvicina ai 1.000 big blind. Il cuore e la pancia spingerebbero Ivey al call, ma la ragione lo frena e alla fine opta per un soffertissimo fold: chiamare, in questo caso, avrebbe avuto un qualcosa di soprannaturale e Phil, per quanto possa esser considerato un alieno in questo gioco, rimane ancora un terrestre.
Ecco la mano analizzata da Doug Polk, a patto che ve la caviate bene con l'inglese...