Il vero padre dell’aggressività cinese al tavolo, Jhonny Chan.

Correva l’anno 1973 quando la famiglia Chan, originaria della parte meridionale della Cina, si trasferiva da Hong Kong a Phoenix, in Arizona, dove papà Chan decide di aprire un ristorante cinese che diventa solo il primo di una lunga serie che porterà nelle casse della famiglia un discreto gruzzolo.  

 

 


L’ultimo rappresentante della stirpe, 
Jhonny, diventa presto colui sul quale la famiglia conta per tramandare la tradizione culinaria, ma a 21 anni le strade si dividono in modo sorprendente e repentino.
 

 

Appena raggiunta la maggiore età, quella grazie alla quale è possibile ottenere il lasciapassare per entrare nei Casinò, Jhonny decide di diventare un giocatore di poker professionista e la scelta di trasferirsi a Las Vegas non può che essere felicissima.  

 

Dopo un primo periodo in cui affina le tecniche imparando dai mostri sacri del poker statunitense, Chan comincia a raccogliere appieno i profitti delle tante ore passate ai tavoli da poker intorno alla metà degli anni ’80, soprattutto nel momento in cui centra un clamoroso doppio successo al Main Event delle World Series Of Poker, esattamente nel 1987 e nel 1988.  

 

Sono le prime avvisaglie di un movimento che cresce in modo esponenziale e Chan diventa molto presto il punto di riferimento per tutti gli immigrati mandarini che, in grande quantità, cominciano ad arrivare negli USA per trovare fortuna.  

 

Il gioco, non è un grande segreto, attrae molto una buona parte dei nativi cinesi e il poker sembra fatto apposta per far sfogare loro la parte che più li ha fatti conoscere al resto del mondo: l’aggressività.  

 

Alzi la mano chi non si è ritrovato al tavolo con un giocatore cinese e non ha dovuto fronteggiare le sue continue aperture, da ogni posizione.  

In molti possono considerare questo modo di giocare un po’ fuori dal comune e senza dubbio, se non fa parte del decalogo dei puristi, è certamente un gioco che ha i suoi vantaggi e i risultati ottenuti dai giocatori più skillati, sono lì a dimostrarlo.  

 

L’impresa del back to back di “Orient(al) Express” è tutt’oggi ancora osannata sui libri di poker, tanto che lo stesso Chan è l’ultimo ad aver vinto due edizioni consecutive delle WSOP, cosa peraltro piuttosto difficile da ripetere in un mondo odierno dove i field del Main Event sono oceanici.  

 

Quell’impresa gli valse un cameo nel film “Rounders”, dove viene immortalata la splendida trappola tesa ad Erik Seidel, una delle mani più viste e raccontate della storia del poker. 

 

Rimane peraltro curiosa e sempre degna di menzione la sua abitudine di portare al tavolo un’arancia che la maggior parte degli osservatori ha sempre stigmatizzato come una vana e poco nobile manifestazione dettata dalla superstizione, ma che in effetti ha una storia. 

Jhonny fa parte di un’epoca piuttosto lontana, un’epoca durante la quale era possibile fumare all’interno dei Casino; il buon Jhonny, salutista convinto, trovava giovamento nel tenere un’arancia nella mano sinistra durante il gioco, arancia che lo aiutava a sconfiggere il fastidio degli odori del fumo passivo.  

 

Provatelo se giocate contro persone che fumano nelle vostre partite private…  

 

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