Ancora lui, sempre lui.
Doug Polk non perde occasione per mettersi in mostra toccando, con una discreta maestria, argomenti che nel poker sono spesso un tabù. Tra questi c'è sicuramente l'annosta questione degli scammer, che tradotto della lingua del Sommo Poeta significa letteralmente "truffoatori".
Ci sono tanti modi di perpetrare una truffa nel poker, ma in linea generale con la parola scammer si identifica un indivduo che attraverso una tecnica ben precisa mira a trarre un vantaggio in modo illegale su uno o più giocatori. Non parliamo quindi dei casi di account-sharing o del cosiddetto chip-dumping, ovvero la brutta abitudine di passarsi le chip in modo da favorire uno dei due player coinvolti nella truffa.
Il caso di Tom Dwan è emblematico: l'accusa di Polk, come già saprete, è più una provocazione che altro. Definendo 'durrrr' il più grande scammer della storia, Doug vuole mettere in evidenza come non rispettare i patti sia da considerarsi come un vero e proprio sabotaggio. Detto ciò, a prescindere dalla natura del raggiro, in quale modo è meglio comportarsi quando si nota qualcosa di anomalo?
L'opinione si divide principalmente in chi pensa che il "j'accuse" possa solamente nuocere all'ambiente e chi, invece, pensa che soltanto attraverso una denuncia continua e intrasigente la community possa, nel lungo periodo, trarne un gran beneficio.
Il principio di fondo che regola le argomentazioni "pro denuncia" risiede nel fatto che diffondere determinate informazioni su comportamenti ambigui possa far sì che lo scammer in questione abbia più difficoltà nel portare avanti i suoi intenti. C'è da dire, sempre seguendo le parole di Polk, che il fenomeno "scam" non è qualcosa di esclusivamente legato al poker ma si verifica in qualsiasi altro settore nel quale ci sono degli interessi in ballo.
Secondo lui la teoria per cui gli amatori potrebbero spaventarsi, sentendo parlare di truffe, e quindi desistere dal sedersi a giocare è falsa. Il poker, come tante altre cose, ha i suoi lati positivi e quelli negativi. E' importante sottolineare come il problema non faccia parte della natura del gioco ma provenga esclusivamente dall'attitudine con la quale le persone scelgono di interagire. Ci sarà sempre qualcuno pronto a fare carte false pur di trarre un vantaggio, in questo caso economico. Morale?
"Il poker è la cosa che mi ha dato tutto nella vita e ha tante bellissime sfaccettature. Pensiamo a queste ma senza ignorare l'altro lato della medaglia!"