Da dieci anni la situazione in Venezuela si è fatta complicata e le più recenti crisi non hanno fatto che acuire i già gravi problemi all'interno del paese.
Di fatto c'è una guerra civile e vivere a Caracas o altrove è diventato complicato, con l'inflazione altissima e con sempre più gente affamata, impossibilitata a comprare beni di prima necessità.
Chi ha potuto se n'è andato, ma così non ha fatto il grinder Victor 'Squad77' Castellanos, il quale è rimasto nella capitale, la sua città, dove cerca di mantenere un'isola felice almeno nella stanza dove regolarmente grinda, con successo.
“La gente fatica a trovare qualcosa da mangiare ogni giorno – ha raccontato a Pokerstrategy.com – stiamo tutti perdendo peso, è la cosiddetta 'dieta Maduro'. E' complesso anche trovare le medicine, così come tornare a casa sani e salvi, a volte è un'impresa. Caracas è oggi una delle città più pericolose al mondo”.
Con uno stipendio medio di 12$ al mese, giocare a poker può essere un'opzione valida per cercare di vivere una vita dignitosa rimanendo in Venezuela.
“Può cambiarti la vita anche solo racimolare qualche dollaro attraverso freeroll e promozioni, è una soluzione che può aiutarti non poco!”.
Victor è invece un regular degli spin & go da 30$ e esserlo là significa poter guadagnare cifre ben al di sopra della media nazionale, tanto da potersi quasi sentire il Viktor Blom del paese.
“Lo stipendio medio è di 12 dollari e questa cosa è molto triste. Grindando i sit'n'go lottery da 30$ guadagno più di dottori, insegnanti e ingegneri, che sono persone fondamentali per la società”.
Lui stesso era un insegnante, professione che ha deciso di mettere da parte perché con le carte le entrate erano dieci volte maggiori, già quando giocava a limiti più bassi rispetto a oggi.
“Non troppo tempo fa giocavo per vincere un dollaro al giorno, oggi il mio spending giornaliero è di 2.000 dollari, una follia pura nel mio paese. Una volta il poker era solo divertimento, mentre oggi lo prendo molto seriamente perché con questo lavoro riesco a mantenere la mia famiglia...”.