Eccoci infine all'ultima delle quattro categorie principali nelle quali possiamo racchiudere i giocatori di poker.
Se la definizione tight-passive vi suona un po' strana, sarete forse più abituati a chiamare questo tipo di giocatori "tombini" – in modo scherzoso ovviamente – , accezione abusata per descrivere un player particolarmente chiuso che gioca esclusivamente per valore.
Affrontare un giocatore simile è, almeno in linea teorica, la cosa più semplice per uno che ha una buona dimestichezza col giochino, ma attenzione alle insidie. Probabilmente vi sembrerà strano ma il tight-passive non se la inventa mai...ma proprio MAI.
E infatti l'errore più comune che si commette contro di loro è pensare che almeno una volta nella vita siano capaci di bluffare, magari proprio in quello spot in cui noi stiamo cercando di forzare l'action per indurli al fold, mano nella quale gireranno puntualmente il nuts assoluto.
La differenza tra un player tight-passive e un tight-aggressive sta solamente nella condotta postflop più che nei range preflop, come accade tra i giocatori loose. Un tight passive chiamerà nel 100% dei casi il suo draw a colore o scala invece di rilanciare e probabilmente sarà disposto a pagare solamente una strada a patto che la size sia adeguata.
Inutile quindi intestardirsi con bluff in bet-bet-shove dato che quando verremo chiamati al turn sarà quasi sempre e solo per valore. Sembrerà strano, ma i player più bravi, in alcuni frangenti, incontrano grosse difficoltà proprio con giocatori che all'apparenza sono "face-up".
D'altro canto è davvero semplice avere la meglio su di loro, a patto che si faccia una grande attenzione ai dettagli. Se ad esempio, dopo aver aperto preflop e ricevuto un call da un TPA, la vostra c-bet viene rilanciata su board wet, aspettatevi che l'avversario abbia in mano two-pair + invece che un semplice flush/straight draw.
Nella stessa dinamica però, con un board 9 high e un call al flop ad esempio, qualsiasi overcard al turn potrebbe essere sufficiente a far foldare il nostro avversario TPA a fronte di una seconda pallottola.
Concludendo: il gioco tight-passive non paga nel lungo periodo ma può mettere in crisi tanti giocatori più esperti se non si prendono le adeguate contromisure...